I sogni nelle prime antiche civiltà

Iniziamo con uno sguardo complessivo sul rapporto che le prime antiche civiltà ebbero con i sogni e il mondo onirico. L’argomento sarà poi approfondito con articoli dedicati ad ognuna delle grandi civiltà del passato: Mesopotamia, antico Egitto, antica Grecia, antica Roma, ecc.


Con la comparsa della scrittura (circa nel 9500 a.C.) finisce la Preistoria ed inizia la cosiddetta Storia antica. I sogni ebbero un ruolo centrale nella costituzione religiosa, politica e sociale delle prime grandi civiltà di Mesopotamia, Egitto, Cina e India. I sogni ispirarono le prime grandi narrazioni epiche e mitologiche. 

In generale, tutte le antiche civiltà presero i sogni come guide; si riteneva che i sogni fossero utili a prevedere il futuro e si riponeva molta fiducia nell’oniromanzia. Ad un certo punto fanno la loro comparsa anche  i primi manuali di interpretazione dei sogni.  

Ragazzo che dorme, bassorilievo
Ragazzo che dorme, bassorilievo su sarcofago di epoca romana

I sogni vengono ‘da fuori’ e parlano del futuro

In antichità non esisteva il concetto di inconscio: i sogni, più che da dentro, si pensava venissero ‘da fuori’, ovvero che fossero mandati dagli dèi, e che servissero a mostrare il futuro, a dare indicazioni e suggerimenti sul da farsi.

Gli antichi avevano certamente intuito che, almeno per alcuni tipi di sogni, ci fosse un’origine legata alla persona, al suo corpo o mente (disturbi psico-fisici, malattie, preoccupazioni, ecc); però questo tipo di sogni non era ritenuto interessante. In antichità il sogno che viene ‘da dentro’ non è nemmeno da considerare un ‘vero’ sogno. I veri sogni sono quelli che mostrano il futuro; sono gli unici che valga la pena prendere in considerazione; gli altri sono solo ostacoli, meglio anzi cercare sistemi per non farli.

Di fronte ad un medesimo sogno, un uomo dei nostri tempi tende ad interpretarlo in senso psicanalitico: pensa a sentimenti e ricordi che affondano nel passato recente o remoto, anche della sua infanzia, ecc.; un uomo dei tempi passati gli darebbe un’interpretazione religiosa e spirituale e vi cercherebbe indicazioni su cosa fare o non fare nel futuro

Nelle antiche civiltà i sogni hanno questi tratti comuni: 

  • Il sogno è qualcosa che ‘arriva‘ (da Dio, da uno spirito, ecc) e che il dormiente ‘vede’, ‘ascolta’, ma non ‘fa’ (nel senso che il sognatore non si vede in alcun modo come autore del sogno).
  • Il sogno ha rapporti con la morte e la vita dopo la morte; lo si associa al viaggio dell’anima nell’Aldilà.
  • Si fa spesso riferimento a sogni compiuti da padri o madri solitamente contenenti l’annuncio della futura grandezza del figlio, destinato a diventare un importante leader politico o religioso.
  • A volte i sogni servono per dare investiture, per consacrare il nuovo re o sacerdote, o indicano dove costruire un nuovo tempio.
  • Si ricorre al metodo dell’incubazione onirica (andare a dormire in luoghi speciali, come templi o grotte) per avere una risposta dagli dèi in sogno ad una specifica domanda. È importante propiziarsi gli dèi facendo riti di purificazione, sacrifici, digiuno, ecc.
  • Gli dèi appaiono in sogno al sognatore per affidargli un compito, una missione; gli suggeriscono quale lavoro dovrà fare o quale ruolo dovrà rivestire in società. 
  • I sogni hanno un ruolo di primo piano nella costituzione sociale, politica, amministrativa e religiosa.
  • I sogni non sono tutti uguali: il sogno di un re o di un sacerdote è ritenuto di gran lunga più importante e degno di credito di quello di un uomo comune.
  • I sogni profetici si verificano con più probabilità verso le prime ore del mattino: nella prima parte della notte si è ancora troppo legati al corpo e ai travagli della vita terrena; dopo aver sfogato le proprie preoccupazioni nei sogni ‘normali’, c’è la possibilità di riuscire ad ascoltare la voce di Dio.
  • L’importanza dei sogni emerge sia nelle opere letterarie sia in quelle storiografiche: i sogni sono spesso riportati per spiegare fatti e vicende, come se il destino dell’umanità fosse stato anticipato nei sogni
  • Gli incubi e i brutti sogni sono spesso attribuiti ad una cattiva posizione del corpo, all’eccesso di cibo, o all’azione di un ‘demone’ o spirito negativo.
  • I presagi negativi ricevuti in sogno possono essere annullati con apposite preghiere, formule o rituali.

Il sogno è un’esperienza che riguarda la collettività

Da questi tratti si evince anche che i sogni in antichità hanno una forte connotazione sociale: non sono qualcosa di individuale, personale, privato, ma parlano a tutta una comunità; tutti sono interessati ai sogni di tutti, perché li fa il singolo, ma vengono visti come portatori di messaggi che direttamente o indirettamente, o prima o dopo, riguarderanno tutti
Il sogno serve a prendere decisioni, a far fronte all’incertezza del vivere. Quella ‘voce’ che ‘viene da fuori’ è l’unica via per orientarsi in un mondo imprevedibile, in cui l’essere umano si sente fragile ed esposto a mille insidie: guerre, pestilenze, siccità, terremoti, alluvioni, rovesciamenti di fortuna, ecc ecc. 

Sogni più visivi e meno passivi

Esaminando le fonti scritte delle prime civiltà mediterranee, emerge un significativo cambiamento nell’esperienza soggettiva del sogno tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio dell’era classica.
Moltissimi sono i sogni che parlano di divinità che vengono in visita in sogno.
Nei sogni ‘di visita’ riportati negli scritti antichi, i sognatori erano in gran parte passivi nei loro sogni; il contenuto visivo serviva principalmente a inquadrare messaggi uditivi provenienti dagli dèi.
Dopo l’antichità, l’ascolto passivo dei sogni di visita ha in gran parte lasciato il posto a narrazioni visualizzate in cui il sognatore diventa un personaggio che partecipa attivamente alla scena del sogno.

Con la comparsa della scrittura i sogni entrano ‘in crisi’

Alcuni studiosi sono inoltre dell’idea che la comparsa della scrittura rappresenti l’inizio della fine per la fede nei sogni, e anche per il culto degli dèi e degli antenati.

In effetti, con la scrittura, le parole degli dèi, dei loro rappresentanti e delle autorità si potevano leggere anche a grandi distanze di tempo e di spazio; non c’era quindi più bisogno di cercare la voce degli dèi nei sogni; bastava cercarla nelle scritture. Allora gli dèi ‘tacquero’, ovvero l’uomo iniziò ad essere più introspettivo, a dialogare con se stesso per cercare soluzioni ai suoi problemi. 

A quel punto molte antiche civiltà e imperi collassarono: Cnosso, Micene, Ugarit, Troia, Egitto, Assiria, Babilonia..  

Dopo alcuni secoli di transizione, fra l’800 e il 200 a.C. ebbe luogo un radicale cambiamento culturale in quello che il filosofo e psichiatra tedesco Karl Jaspers (1883-1969) denominò periodo assiale. Tale epoca fu testimone del fiorire di nuove civiltà in diversi punti dell’Afro-Eurasia, fra cui quelle di Atene, Roma, Babilonia e inoltre gli imperi persiano, macedone e maurya. Risalgono a questo periodo centinaia di testi fondamentali della letteratura antica, quali Iliade, Odissea, Repubblica, Genesi, Avestā e Mahabharata.

Nel millennio a cavallo del periodo prima e dopo Cristo, la fede nell’efficacia onirica ebbe alti e bassi.

FONTI

iMG: Wikimedia

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