I sogni nelle società cosiddette ‘primitive’

L’espressione ‘società primitive‘ viene spesso usata per indicare le comunità indigene di molti paesi del mondo che vivono in villaggi organizzati in modo tribale, con scarsi contatti con la civiltà globalizzata; la loro sussistenza dipende fondamentalmente (o esclusivamente) da caccia, pesca e raccolta di frutti spontanei della terra. Vengono definite come ‘primitive’ perché non c’è stato il ‘dopo’ rappresentato dal progresso e dalla tecnica. 

Ogni comunità andrebbe studiata a sé, ma in linea molto generale possiamo dire che, per quanto riguarda i sogni e il mondo onirico, nelle società ‘primitive’ è possibile riscontrare dei tratti comuni che verranno qui brevemente riassunti.

popolazioni-indigene

Tutto è Anima

Queste comunità vivono in un rapporto diretto con la natura e ciò influisce sulla loro spiritualità, che si esprime con forme che possiamo far rientrare nell’animismo e nel pensiero magico: 

ANIMISMO:

È l’idea che tutti gli elementi naturali abbiano un’Anima, anche gli oggetti inanimati, i luoghi, i fenomeni atmosferici, la morfologia stessa del territorio. Tutto ciò viene riconosciuto come animato e associato a forme di venerazione, spesso direttamente funzionali alla buona riuscita delle azioni quotidiane per vivere.
Nella psicologia analitica di ispirazione junghiana, l’animismo viene visto come un sistema culturale basato sulla proiezione dell’inconscio sulla Natura: ci si confronta con lo spirito di luoghi sacri, di animali totemici o di defunti per affrontare e superare i propri conflitti interni.

PENSIERO MAGICO:

È un tipo di pensiero irrazionale che si fonda sulla magia e sulla superstizione; gli eventi vengono spiegati non in base alla logica deduttiva e ai rapporti di causa ed effetto; le cose sono viste come parte di un tutto e sono legate da rapporti di corrispondenza, somiglianza, analogia. Di conseguenza, se si vuole ottenere un determinato effetto, può essere utile ricorrere ad un certo rito, in cui “il simile ha influenza sul simile”. Se si viola un tabù, si può incorrere in un evento negativo, ecc.

I sogni come comunicazione con gli spiriti della Natura

Questa concezione profondamente spirituale di tutto ciò che è Natura ha influenza anche sul modo in cui le società ‘primitive’ si rapportano ai sogni. Mentre per noi i sogni sono qualcosa di connesso al ‘dormire’, per loro sognare vuol dire ‘essere svegli’, riconnettere la propria anima allo spirito della Natura, fare esperienza del divino, comunicare con il Tutto.

I sogni servono a non perdere il contatto con il nostro spirito e con il ricordo del mondo più profondo, da cui tutti proveniamo. Sognare è un modo per comunicare con la Terra, con la Natura, con tutto ciò che Vive. Ogni cosa vive, ogni cosa parla, e può parlare agli esseri umani capaci di prestarle attenzione, non solo nei sogni, ma anche nella veglia; è importante saper cogliere i segni della Natura. Il mondo ha una Grande Anima, tutto è in connessione, e ci sono delle corrispondenze che legano la vita umana a tutti gli altri esseri viventi e agli eventi naturali.

Valore sociale dei sogni: 

  • I sogni sono tenuti in grande considerazione, come se fossero parte della realtà; una visione, allucinazione o sogno vale tanto quanto un evento realmente vissuto. Realtà e sogno non hanno confini netti, si confondono e si integrano a vicenda.
  • Nei sogni una parte di anima può viaggiare e incontrare persone lontane, defunti, ecc. in alcuni sogni particolari, come i viaggi sciamanici, l’anima fa viaggi più lunghi, può andare in altri mondi molto lontani nel tempo e nello spazio. 
  • I sogni non sono tutti uguali: un sogno fatto da un capo, un condottiero, un sacerdote o sciamano  è più importante e degno di considerazione del sogno di una persona di basso rango.
  • il sogno è un’attività sociale: perché si incontrano persone, e perché poi lo si racconta, lo si condivide con la comunità, con la famiglia, cercando spiegazioni e indicazioni sul da farsi. 
  • Nei sogni le persone possono interagire tra loro, darsi appuntamento, incontrarsi nel sogno, ecc. I sogni possono essere condivisi, interattivi.
  • Alcuni sogni sono molto oscuri; possono creare timore e paura; allora si preferisce confidarli solo ad una persona speciale, di fiducia, che possa fornire un’interpretazione (lo sciamano, o persona più anziana e più saggia della tribù o della famiglia).

Utilità anche pratica dei sogni:

  • Il sogno è una fonte di conoscenza e può avere risvolti pratici: può fornire informazioni utili a tutta la comunità; aiuta nella caccia, nella pesca, nel riuscire a trovare cibo, ecc.
  • Il sogno ispira storie che servono da miti fondativi per la civiltà; spesso il sogno/visione viene espresso in forma ritimica, e le storie vengono narrate e tramandate con questa forma che assomiglia ad una poesia o a un canto; probabilmente sogni e visioni sono all’origine racconti mitologici e poemi epici, dapprima tramandati solo oralmente. In queste narrazioni la comunità esprime i propri valori e li tramanda ai propri figli. Per i Celti, gli dèi mandavano messaggi in versi. Nelle società tribali di varie parti del mondo canti e formule rituali hanno origine da sogni e stati di trance.
  • Il sogno fa da ponte tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, tra l’aldiquà e l’Aldilà; nel sogno possiamo accedere ad una dimensione spirtuale, metterci in contatto con il divino.
  • Il sogno può essere cercato appositamente per risolvere problemi che stanno a cuore; questo si può fare tramite la tecnica dell’incubazione: si sceglie un luogo ‘speciale’ in cui passare la notte, in modo che gli spiriti della natura, o degli antenati, o degli dei, possano entrare in comunicazione più facilmente con il dormiente, Questa pratica può essere incoraggiata anche durante fasi particolari della vita, come la pubertà, per ricevere indicazioni sulla strada da seguire. 
  • I sogni servono per la divinazione, per capire cosa succederà in futuro, e per prendere provvedimenti; infatti un bravo interprete non si limita a dire cosa significa il sogno, ma dice anche cosa si deve fare per allontanare la possibilità che gli eventi negativi annunciati dal sogno si verifichino. 

Uso di sostanze psicoattive per favorire i sogni

Per avere sogni ispirati è in uso ricorrere a particolari riti che prevedono preghiere, digiuni, assunzione di particolari erbe, funghi o varie sostanze (oppio, tabacco, pejote messicano, boccioli di cactus, ecc) dall’effetto allucinogeno più o meno intenso; si usano non a scopo ricreativo, ma per aprire la mente, andare in trance, ricevere visioni dalle divinità utili che guidino nelle decisioni importanti, che suggeriscano ricette per guarire, ecc. Una certa sofferenza fisica aiuta la trance; in certi casi si ricorre perfino alla mutilazione e al versamento di sangue.

  • Gli indigeni Chontal dello stato messicano di Oaxaca usano la Calea zacatechichi , una pianta fiorita, per l’oniromanzia mettendola sotto il cuscino del sognatore. Allo stesso modo, Entada rheedii è usato in varie culture africane.
  • Nella trance non si sta meglio perché si ‘dimentica’ il problema; si sta meglio perché si sviluppano energie utili ad elaborarlo e risolverlo.
  • Per le tribù dell’Amazonia, i sogni sono indotti da piante sacre agli dei; mandano ricette per guarire, trasformazioni psichiche, canti.

Attenzione ai possibili pregiudizi sulle società cosiddette ‘primitive’ 

‘Primitivo’ è una parola discutibile (è per questo che la metto ‘tra virgolette’), perché può favorire vari stereotipi e pregiudizi: 

  • Può far pensare a qualcosa di meno evoluto, più ‘indietro’ rispetto all’epoca attuale, qualcosa che ci siamo lasciati alle spalle e che non ci riguarda più, qualcosa che prima o poi sarà destinato a scomparire con ‘il progresso’. In realtà, a ben vedere, anche se facciamo fatica a riconoscerlo, c’è qualcosa di ‘primitivo’ anche negli abitanti delle grandi metropoli e nelle contemporanee religioni, superstizioni, credenze, ecc.
  • L’ideale del ‘buon selvaggio’, visto come più puro, incorrotto, a contatto con la natura, incontaminato, spontaneo, espressione dello ‘stato naturale’ e ‘originario’ dell’essere umano, da difendere e preservare, e a cui è necessario tornare per “salvarci”.
  • Può venire percepito come un modo di vita più libero, con meno regole rispetto a quello che vige all’interno di uno stato. In realtà le regole ci sono, anche se diverse.
  • A volte si associa la condizione di popolazioni indigene a quella degli uomini ‘primitivi, cioè le prime comunità che hanno abitato la terra; si fanno risalire le loro abitudini nientemeno che alla ‘preistoria’, come se fossero rimaste sempre immutate, come se non avessero mai conosciuto alcun tipo di evoluzione, cambiamento o progresso al loro interno. È vero che osservare queste comunità può essere d’aiuto a  ricostruire il passato di popolazioni vissute milioni di anni fa, tuttavia non è sempre detto che modi di vivere simili implichino anche credenze e ritualità simili.
  • Si mettono in evidenza analogie tra il modo di pensare delle popolazioni ‘primitive’ e il modo di pensare dei bambini nell’infanzia; ma ciò potrebbe indurre a ritenere che certe credenze siano ‘infantili’,  e che una volta diventati adulti vengano completamente messe da parte.

Tutti  questi pregiudizi impediscono di conoscere la vera realtà culturale di queste popolazioni, perciò bisogna sempre fare molta attenzione.
Anche nella ricerca storica e scientifica è capitato di cadere in questi pregiudizi ed è per questo che talvolta certe teorie vengono molto dibattute e criticate. 


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Gli aborigeni australiani ritengono che il sogno sia la dimensione che esiste prima dell’inizio della vita dell’individuo e continua ad esistere quando la vita dell’individuo finisce. 

Per i Pokomani del Guatemala, durante la notte, il corpo rimane dormiente e le azioni vengono compiute dall’anima che si allontana: il sogno reigistra ciò che viene fatto.

I San del deserto africano sostengono che c’è sempre un sogno che ci sta sognando.

Per la cultura polinesiana nei sogni si risveglia il mana, spirito e potenziale interiore che attraverso il sogno portava informazioni dalle vite precedenti, costituenti la base dell’inconscio collettivo.

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FONTI: 

IMG: Piqsels

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