I sogni dal ‘900 fino ai nostri giorni

Anno 1900: con ‘L’interpretazione dei sogni’ di Freud nasce la psicanalisi

Nell’anno 1900 Freud pubblica L’Interpretazione dei sogni, il libro con cui inizia ufficialmente la psicanalisi. La portata rivoluzionaria di questa ‘nuova scienza’ è ben chiara a Freud; le sue teorie sull’inconscio, la libido, la sessualità infantile, ecc sono molto forti per l’epoca, ancora intrisa di moralità vittoriana. Freud dovette costantemente difendersi da fortissime contestazioni ed attacchi, ma non dubitò mai del valore delle sue scoperte. L’interpretazione dei sogni è la sua opera cardine, quella che sviscera i misteri del funzionamento della psiche; è proprio tramite l’analisi dei sogni che è possibile arrivare a comprendere l’inconscio, che altrimenti rimarrebbe inaccessibile. 

Nell’Interpretazione dei sogni Freud afferma che i sogni: 

  • Sono la via regia per arrivare all’inconscio.
  • Nascono da un desiderio inconscio represso.
  • Hanno un contenuto manifesto (il sogno così come appare), ma hanno origine da un pensiero latente, inconscio, che non è evidente, ma che si può scoprire tramite l’analisi e il metodo delle associazioni libere.
  • Appaiono strani, bizzarri, incomprensibili per via del lavoro della censura; la censura, tramite vari meccanismi (spostamento, condensazione, transfert, ecc), maschera il vero contenuto del sogno, spesso di natura dolorosa o angosciante, in modo da evitare che il sognatore lo veda per quel che è e ne rimanga turbato.
  • Sono i guardiani del sonno, perché proteggono la coscienza dai pensieri perturbanti che potrebbero svegliarla. Gli incubi nascono da un malfunzionamento del meccanismo della censura, che non riesce più mascherare in modo sufficiente i contenuti dell’inconscio; quando essi si manifestano in modo palese possono verificarsi dei sogni angosciosi. che provocano il risveglio.
 quadro di magritte che raffigura un occhio azzurro con nuvole

Freud restituisce valore, dignità e interesse scientifico all’interpretazione dei sogni dopo secoli in cui questa attività era stata accantonata come ‘superstizione’; anche se per lungo tempo fu additato da altri scienziati come ‘stregone’, Freud difese sempre strenuamente la psicanalisi attenendosi ai suoi due punti fermi: l’interpretazione dei sogni e il complesso di Edipo.

Freud sostiene con convinzione l’idea che i sogni abbiano un significato, e che sia possibile interpretarli; la sua interpretazione però non era quella meccanica delle ‘chiavi dei sogni’; egli sosteneva infatti che l’analista deve sempre tenere conto della personalità dell’analizzato e della sua situazione psichica; inoltre il sogno non rivela tanto il futuro, quanto il passato della persona, i ricordi e i traumi rimossi, di solito di natura sessuale, verificatisi nell’infanzia e riconducibili al complesso di Edipo. 

In questo senso la psicanalisi poteva essere utile come terapia per curare disturbi di origine psicologica come l’isteria e le nevrosi.  

La psicanalisi, dapprima fortemente avversata, riuscì ad imporsi come metodo terapeutico e a diventare nel corso degli anni molto popolare. Il concetto di ‘inconscio’ fa parte ormai del linguaggio comune e Freud stesso è una specie di ‘icona pop’, una figura entrata nell’immaginario collettivo come “lo psicologo” per definizione.

Jung e la psicologia analitica

Carl Gustav Jung si avvicinò con interesse al pensiero di Freud, attratto dalle teorie psicanalitiche e dall’idea che il sogno avesse un significato, cosa di cui anche lui era fermamente convito. Tuttavia nel corso del tempo Jung si distanziò dal pensiero di Freud: Jung ridimensiona molto la distinzione tra contenuto latente e contenuto manifesto del sogno; per lui il sogno non esprime solo desideri rimossi e trova che la tendenza di Freud a ricondurre tutto alla dimensione sessuale sia eccessiva; per Jung il sogno va inteso non attraverso il metodo delle associazioni libere, ma con il metodo dell’amplificazione, che consiste nell’amplificare i temi del sogno andando a collegarli con temi analoghi presenti nel mito, nelle fiabe, nel folklore, nei riti, nelle religioni, ecc.

Inoltre per Jung il sogno non parla solo del passato, ma può indicare il futuro, e talvolta anche mostrarlo, o suggerire la soluzione ad un problema. Jung ritiene che tramite i sogni si possa risalire non solo all’inconscio individuale della persona, ma anche a quello collettivo, che riguarda tutti gli esseri umani.
Per Freud le idee di Jung non erano accettabili perché potevano costituire una pericolosa deriva della psicanalisi verso l’occultismo, cosa che lui voleva assolutamente evitare. La divergenza di opinioni divenne insanabile quando Jung pubblicò il libro “Simboli e trasformazioni della libido’ (1913); allora, non più ammesso alla società psicanalitica, Jung fondò il suo metodo distinto, che chiamò ‘psicologia analitica’ o ‘psicologia del profondo’. 

Nuove scoperte e nuovi metodi di cura

La psicanalisi si diffuse nel mondo, ma ad un certo punto altri metodi terapeutici, rispondenti a diversi modelli della mente, iniziarono a farsi strada nella psicologia. In effetti, specialmente dopo le due guerre mondiali, furono molto impiegati metodi di terapia più brevi, rispondenti alla scuola del comportamentismo, in cui non si dava alcun peso all’inconscio e all’analisi dei sogni, ma ci si concentrava invece sull’osservazione del comportamento delle persone.
Negli anni ‘50 si iniziarono ad usare gli psicofarmaci, che permettevano di raggiungere risultati senza dover intraprendere lunghe sessioni di psicanalisi.
La psicanalisi, da questo punto in poi, fu sempre più messa in discussione come ‘scienza’, preferendo altri metodi di indagine sulla mente umana, sulla psicologia, e anche sui sogni.

1953:  la scoperta del sonno REM

La scoperta del sonno REM fu un importantissimo punto di svolta per lo studio scientifico dei sogni.

1953: Scoperta del sonno REM effettuata nel laboratorio di Nathaniel Kleitam da parte del suo giovane assistente di laboratorio, Eugene Aserinsky. Egli monitorò il sonno di suo figlio (poi anche di altre persone)  con il poligrafo, un apparecchio che consente di registrare l’attività elettrica a livello cerebrale, oculare e muscolare; fu così che potè osservare come nel sonno ci siano varie fasi, che danno luogo a variazioni nei tracciati. Il sonno REM (Rapid Eyes Movement) era caratterizzato dai tipici movimenti oculari rapidi e da un’increspatura dei tracciati delle onde cerebrali; quel momento di lì a poco si sarebbe visto che corrispondeva al momento in cui la persona sta sognando. 

Questa fondamentale scoperta rivoluzionò l’idea che si erano fatti fino ad allora gli scienziati, che si immaginavano il sonno come un momento in cui il cervello si riposa e rimane inattivo; invece da quei tracciati ebbero la prova che il cervello è attivo anche durante il sonno.  

Dement e Jouvet continarono lo studio della fase REM. Da queste loro prime osservazioni sulle diverse caratteristiche delle fasi REM e NREM, la ricerca scientifica sul sonno acquisì un forte impulso e coinvolse altre discipline: fisiologia, biologia, medicina, psicologia, psicofarmacologia, ecc.
L’attenzione degli scienziati si spostò così dalla persona che sogna al cervello che sogna; da allora il cervello è diventato il soggetto delle ricerche sul sonno e sul sogno.

Negli anni successivi le tecniche di imaging cerebrale hanno fornito nuove basi per lo studio del cervello che sogna; si possono vedere quali aree del cervello si attivano durante i sogni, permettendo così di definirli anche da un punto di vista chimico ed elettrofisiologico. 

Negli anni ‘70 nasce la medicina del sonno

L’avanzamento tecnologico e l’introduzione della corrente elettrica nella vita delle persone comportò una diminuzione delle ore di sonno; in effetti l’erosione sempre più massiccia delle ore dedicate al riposo notturno è un trend che continua ancora oggi. I medici si accorsero ben presto degli effetti negativi che comporta la carenza di sonno sulla salute. 

A partire dagli anni ‘70 in vari paesi del mondo sorsero delle cliniche adibite allo studio del sonno, con medici specializzati nella diagnosi e cura dei sempre più frequenti disturbi del sonno (apnee notturne, insonnia, sonnambulismo, narcolessia, ecc).
La medicina del sonno può essere utile per capire se certi sogni e incubi, specie se ricorrenti, possono avere origine da disturbi del sonno. 

Tra il 1975 e il 1981 la scienza conferma l’esistenza dei sogni lucidi

12 aprile 1975:  Keith Hearne monitora in laboratorio una persona addormentata e le fa eseguire una sequenza di movimenti oculari precedentemente concordati. In questo modo dimostra che una persona può rimanere lucida durante i sogni: infatti questa sequenza di movimenti si verifica durante la fase REM. 

1981: Stephen LaBerge esegue un esperimento assai simile per la sua tesi di dottorato; le sue ricerche ebbero ampia eco e da allora egli si dedica allo studio e all’insegnamento di tecniche per sognare lucidamente nel suo istituto di Palo Alto.

Tendenze attuali sullo studio e comprensione dei sogni

Dalla scoperta del sonno REM in poi lo studio scientifico sui sogni non si è mai arrestato; non esiste una vera e propria ‘scienza del sogno’, ma ci sono varie discipline scientifiche che contribuiscono allo studio dei sogni, in particolare fisiologia, psicologia, psichiatria, neurologia e neurochimica.

Anche se Freud ci teneva che fosse considerata a tutti gli effetti come una scienza, a partire dagli anni ‘60 la psicanalisi ha perso credibilità scientifica: Karl Popper le ha infatti mosso la critica di non essere basata su criteri empirici e di non essere falsificabile; pertanto al massimo può essere una pseudoscienza, ma non una scienza. Tuttavia la psicanalisi è ancora ‘viva’ e continua a dare spunti di riflessione su vari temi riguardanti il sogno e la psiche in generale; in tempi recenti si è visto che alcune intuizioni di Freud sui sogni si accordano alle informazioni provenienti dalle ultime scoperte scientifiche. 

Non si è ancora arrivati ad una comprensione definitiva del sogno; ancora adesso rimangono molti interrogativi aperti sul come, dove e a quale scopo nascano i sogni. Le difficoltà nello studio dei sogni sono anche di ordine metodologico, perché non è possibile studiare il sogno mentre la persona lo sta facendo; occorre affidarsi a resoconti verbali.
La ricerca sui sogni è aperta; in anni recenti ha potuto anche analizzare le gigantesche banche dati di sogni (anche sul web) che permettono un’analisi trasversale di milioni di sogni.

Gli scienziati hanno provato a formulare varie teorie sulla funzione dei sogni, ma nessuna di queste è definitiva.
Alcuni di essi sono propensi a ritenere che il sogno sia essenzialmente privo di particolari significati e che le immagini del sogno siano generate casualmente in risposta alle stimolazioni cerebrali.
Altri invece, alla luce degli esperimenti fatti, sostengono l’importanza del sogno per lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento, perché la privazione del sonno REM peggiora le performance legate alla memoria e al linguaggio.

La psicoterapia ha ridimensionato l’importanza dell’analisi dei sogni, concentrandosi su altri aspetti relativi alla vita quotidiana e alle relazioni. Tuttavia molti psicoterapeuti fanno ancora raccontare ai pazienti i loro sogni con risultati positivi per la relazione di cura; spesso i sogni vengono anche raccontati e discussi nelle terapie di gruppo.
Quel che è certo è che ora gli psicologi devono sempre fare attenzione che i loro presupposti teorici sulla teoria della mente e sulla funzione dei sogni non siano in disaccordo con le recenti scoperte scientifiche che vengono dalla neurofisiologia del sonno e dei sogni. 

La parapsicologia (lo studio scientifico dei cosiddetti fenomeni paranormali) indaga tuttora su molti fenomeni paranormali connessi ai sogni o che si manifestano nello stato di sogno, in particolare le ESP (percezione extrasensoriali, ovvero quella che possiamo definire ‘telepatia’) e le premonizioni. Tuttavia non è ancora riuscita a fornire evidenze scientifiche a riguardo, e il tutto è stato relegato nell’ambito delle pseudoscienze. 

Il sogno non smette di conservare il suo mistero ed essere oggetto, anche in ambito filosofico, di molte speculazioni sulla distinzione sogno-realtà, sulla teoria della mente, su quanto possiamo effettivamente conoscere, sulla natura illusoria della realtà, ecc. 

Il sogno nell’arte del ‘900

Nel ‘900 la principale corrente artistica che si ispira dichiaratamente ai sogni, all’inconscio e all’irrazionalità è il surrealismo. Breton, Dalì, Magritte sono i principali esponenti del genere.
Anche la pittura metafisica, con le sue atmosfere ‘sospese’, risulta molto suggestiva e onirica.

il ‘900 è poi il secolo del cinema; la settima arte è una ‘fabbrica di sogni’, e nel buio delle sale cinematografiche guardare un film è un rito in cui è come sognare collettivamente lo stesso sogno.
Tra i vari artisti “onirici” del ‘900, vanno annoverati anche Luis Buñuel, Frida Khalo, Borges, Hitchcock, Chagall,  Fellini, David Bowie, Alejandro Jodorowsky.

IMG: René Magritte

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