I sogni nel Rinascimento

Tra il Quattrocento e il Cinquecento si situa il periodo dell’Umanesimo e del Rinascimento, segnato da una grandissima fioritura intellettuale e culturale; si riscoprono antichi saperi e conoscenze di ambito anche pagano e magico. Anche sui sogni rifletterà l’uomo rinascimentale, perché la sua indagine non si sottrae a nessun campo o argomento su cui possa applicare il suo intelletto.

In verità nel Rinascimento il sogno non è un tema di cui si discuta in modo particolare; l’attenzione è più concentrata sull’astrologia, l’alchimia, e in generale sulla magia; il sogno è più un’atmosfera; anche se non se ne parla, è presente e si fa sentire un po’ ovunque: perché l’uomo rinascimentale fabbrica e costruisce speranze e sogni, rivitalizza ciò che lo circonda, rinasce con il mondo stesso; studia la natura e si riscopre in essa, acquistando nuove prospettive sul posto che occupa all’interno dell’Universo: più fiducioso in se stesso, agisce per creare ciò che desidera, per seguire dei fini che però non sono puramente personali; il suo pensiero, i suo sogni e desideri sono in armonia con l’Universo di cui si sente indissolubilmente parte.  

Perché si vede più certa la cosa l’occhio ne’ sogni che colla immaginazione stando desto.
{ Leonardo da Vinci – Appunto annotato nel Codice Arundel }

Sogni, ideali, aspirazioni dell’uomo rinascimentale

Il sapere universale: è il grande sogno degli umanisti rinascimentali, che sono un po’ medici, un po’ maghi, un po’ astrologi; hanno una cultura poliedrica, che aspira ad abbracciare tutti i rami del sapere; si interessano delle cose del cielo e della terra, della natura, della scienza, della religione; conoscono l’astrologia e l’astronomia, ma anche la medicina e l’alchimia.
Si sforzano di riconciliare  cristianesimo e classicità, Aristotele e Platone, scienza e religione, ecc; il loro sogno è inglobare tutte le conoscenze presenti e passate in un sapere unitario, organico e coerente.

La  pia philosophia (o  prisca theologia, o filosofia perenne) è l’idea espressa da Marsilio Ficino ed altri neoplatonici secondo cui un’unica divina rivelazione filosofica e religiosa avrebbe dato origine ad un filone spirituale: da Pitagora all’orfismo, passando per Socrate, Platone, Aristotele fino a giungere al neoplatonismo e infine al Cristianesimo. Seguendo questa traccia, il pensiero classico viene rivalutato in chiave religiosa cristiana.

L’ideale di unità e armonia universali: molti filosofi rinascimentali sono neoplatonici; si rifanno a Plotino, il filosofo dell’Uno, che nelle Enneadi, aveva delineato l’immagine di un Universo come di “un organismo vivente e unitario, che abbraccia i viventi tutti che son nel suo interno ed è dotato di un’anima unitaria diffusa su tutte le sue parti”.
Per i neoplatonici rinascimentali il mondo è un unico grande organismo; ogni sua parte va pensata in rapporto con il Tutto; l’unità è collegata alla molteplicità e viceversa;

Dio non è trascendente, totalmente staccato dal mondo, ma implicato nella creazione, e la creazione è esplicazione di Dio.  L’amore è il dilatarsi stesso di Dio nel mondo, la causa per cui Dio “si riversa” nel mondo, e per cui produce negli uomini il desiderio di ritornare a Lui.

L’uomo ha un posto speciale nell’universo: è copula mundi, ovvero «legame o unificazione del mondo», mediatore, in quanto essere dotato di corpo e di anima, tra Dio e il creato, tra spirito e materia.  Dio ha dato all’uomo più libertà rispetto agli altri esseri viventi; l’uomo è artefice del suo destino (homo faber), può scegliere, e le sue azioni hanno una conseguenza non solo per se stesso ma anche per il mondo.

Pace, armonia, concordia universale sono ideali che sottendono alla ricerca filosofica ed estetico-artistica. Si esalta il bello ideale e l’amore platonico; l’esperienza materiale e sensibile serve a costruire un’immagine ideale che la sorpassa e le è superiore.  Anche nella politica si immaginano città ideali (‘Utopia’ di Tommaso Moro).


Il “pensiero magico” rinascimentale

La conoscenza rinascimentale è di tipo magico e il sapiente può giustamente essere descritto come un mago; si tratta però di una magia naturale: il mago non si rivolge tanto a spiriti, demoni, o entità soprannaturali, ma alla natura stessa, che cerca di conoscere il meglio possibile, mostrando un approccio per certi versi già ‘scientifico’, compiendo anche esperimenti e studiando il rapporto causa-effetto.
L’obiettivo della magia è spingere la natura ad obbedire alla volontà dell’uomo, far sì che essa si sveli, che mostri i suoi misteri e i suoi punti deboli, in modo che il mago possa intervenire e manipolarla per le sue finalità, che comunque sono buone e in accordo con il volere di Dio.

Nella magia rinascimentale si mescolano scienza, religione, credenze popolari; si studiano profeti e maghi del passato, come Zoroastro ed Ermete Trismegisto, ma anche astrologia, esoterismo, gnosticismo, cabala, ermetismo, neopitagorismo, numerologia, alchimia, chiromanzia, ecc.

Per i filosofi rinascimentali come Marsilio Ficino e Pomponazzi, la magia dei demoni era da condannare, ma la magia naturale non era in contrasto con la religione cristiana, perché era intesa come una disciplina non contraria al piano della creazione di Dio; era lecito ricorrervi per la salute dei corpi; anche l’astrologia era considerata lecita  per cercare il momento più propizio per svolgere certe attività; la divinazione veniva giustificata prendendo come esempi le Sibillle, che in antichità avevano previsto la venuta di Cristo, e i re Magi, che furono guidati dalle stelle verso Gesù, erano indubbiamente maghi buoni.

Tuttavia la Chiesa guardava con crescente preoccupazione alla diffusione della magia perché poteva contenere elementi pagani ed eretici; a fine Quattrocento fu pubblicato il Malleus Maleficarum e l’inquisizione si attivò per sopprimere la stregoneria.

L’Anima Mundi, una ‘psiche universale’

I filosofi neoplatonici pongono l’Anima al centro del loro pensiero: ritengono che le ‘Idee’ platoniche, oltre a trascendere il mondo, siano  anche immanenti alla natura, diventando la ragione costitutiva dei singoli organismi e di tutto ciò che esiste.
Il mondo è un organismo vivente e ‘animato’, dotato letteralmente di ‘Anima’, di vita e sensibilità, governato dalle leggi e dall’amore divino che penetra ogni cosa.

PANPSICHISMO: è il concetto secondo cui tutto è Anima; tutti gli esseri, viventi e non viventi, posseggono delle capacità psichiche, come ad esempio la capacità di pensare in modo cosciente.

ANIMA MUNDI: è l’anima del mondo, l’anima universale; per i neoplatonici rinascimentali,   l’Anima non è qualcosa che appartiene ai singoli individui, o comunque non è solo questo: è anche ‘altro da sè’, qualcosa che è ‘fuori di sé’, fuori dai confini dei corpi e delle singoli identità individuali: è l’Anima mundi universale, con cui c’è un legame forte.

È convinzione dei maghi rinascimentali che la natura possa obbedire ai pensieri, e che i prodigi siano spiegabili per via naturale come conseguenza di ciò che si immagina o che si desidera.

  • Il principio che unifica il molteplice è l’anima del mondo (Anima Mundi): ogni cosa che esiste in natura è animata da un’unità interiore la quale permette di considerare organicamente congiunti tutti i diversi campi del reale, e con cui l’uomo forma un tutt’uno.
  • L’anima umana, secondo Marsilio Ficino, può muoversi e agire su vari piani, cogliere le realtà superiori senza abbandonare le inferiori; nell’uomo si attua la corrispondenza ermetica tra ciò che sta in alto (spirito) e ciò che sta in basso (materia).
  • C’è corrispondenza tra le strutture della mente umana e le strutture reali dell’universo, ovvero tra la nostra ragione soggettiva e la ragione oggettivata nella natura, in quanto generate dalla stessa intelligenza creatrice. Questo spiega la corrispondenza tra fenomeni celesti e fenomeni terreni.
  • Il pensiero intuitivo è continuamente sollecitato a ragionare per simbologie e similitudini. Fa parte della cultura rinascimentale ritrovare corrispondenze, collegamenti, analogie, assonanze, legami, richiami tra varie forme e manifestazioni della natura, elementi, organismi, parti del corpo umano, ecc. Ciò che non si riesce a spiegare di per sé, si può rintracciare studiando ciò che somiglia, che è simile.

Il punto di riferimento è sempre Plotino, che oltre ad essere il filosofo dell’Uno è anche il filosofo dell’Anima; egli afferma che lo scopo dell’essere umano è quello di ricongiungere il divino che è in lui con il divino che è nell’universo; l’Anima è la protagonista del ritorno all’Uno, che può essere conseguito tramite il progressivo distacco dalle cose materiali, dalle passioni, dal corpo. Nel suo percorso l’Anima deve affidarsi alla ragione, seguire le virtù, dar prova di coraggio e temperanza; alla fine di questo percorso, l’Anima sarà pronta a superare la dimensione finita della materia e a trascendere anche la razionalità per riunirsi all’Assoluto.

Alcune idee rinascimentali sui sogni

Molti filosofi neoplatonici rinascimentali ritengono che  il sogno sia un prodotto del mondo delle Idee, e che sia legato alla Psiche, all’Anima.
Marsilio Ficino con la nozione di ‘vacatio animae‘ riprende l’antica teoria (espressa dagli antichi greci, ma anche dagli Egizi, ecc) secondo cui durante il sonno l’anima lascia temporaneamente il corpo e si libera dai legami terreni; in questo modo può innalzarsi verso altre dimensioni.
Il sogno è interessante perché si offre anzitutto come manifestazione e rivelazione di un altro mondo, che può essere religioso, ma anche riguardare l’amore, o altre esperienze dell’esistenza umana che hanno a che fare con l’Anima, con il suo viaggio nella vita.
Alchimia e rosacrocianesimo hanno continuato ad attribuire ai sogni valore conoscitivo e predittivo di carattere magico ed esoterico.

Agrippa di Nettesheim ha il personale obiettivo di restaurare l’antica, vera magia, un prezioso sapere che nel corso del tempo era stato corrotto dalla superstizione, ma che si sarebbe potuto salvare purificandolo. Agrippa chiama sogno solo quello che ‘rivela una verità’ ed è causato dagli influssi celesti. La divinazione dai sogni proviene non dalla scienza degli uomini, ma da ispirazione divina e mente pura. I sogni più significativi sarebbero dati dalla posizione della Luna nella nona casa.

Paracelso: distingue i sogni in naturali (provocati da gioia, tristezza, sangue impuro; sogni ispirati da prinicipi più bassi che accendono fantasia e immaginazione) e soprannaturali (li compie chi ha una natura spirituale e il cui animo è tanto elevato da sollevarsi alla supreme sfere spirituali nel momento del sonno… allora può vedere la gloria di Dio).

“Quello che ci mostra il sogno è l’ombra di quella saggezza che esiste nell’uomo, anche se durante la veglia egli non ne ha coscienza; perché Dio ci ha dato una conoscenza, una ragione e il potere di percepire passato e futuro; ma noi non ce ne rendiamo conto perché perdiamo tempo con cose periture e siamo addormentati per ciò che riguarda il vero Io dentro di noi”.  
{Paracelso}

Claudio Galeno: continuò ad essere anche nel rinascimento un punto di riferimento importante per la medicina. Nel suo scritto Sulla diagnosi che si ricava dai sogni afferma che ‘nel sonno l’anima sembra affondare nella profondità del corpo, ritraendosi dagli oggetti sensoriali esterni, e in questo modo prende coscienza delle condizioni del corpo’.

Lutero: Lutero rimase sempre molto scettico rispetto alla veridicità dei sogni e diede fede a un numero molto limitato di visioni considerate effettivamente divine. Anche se l’affermazione delle sue idee non venne ostacolata proprio grazie ad un sogno che fece il principe Federico il Saggio. Egli difese sempre Lutero contro il Papa e l’Imperatore.

Il ‘Somnium Synesiorum’, libro sui sogni di Gerolamo Cardano

Colui che nel Rinascimento scrisse diffusamente sui sogni fu Gerolamo Cardano (1501-76). Egli fu medico e insegnò medicina a Pavia e poi a Bologna; ma fu anche filosofo, matematico e mago. Nel corso della sua vita scrisse una notevole quantità di libri (circa 200) su svariati argomenti. Accusato di eresia e imprigionato per la sua produzione scientifica, venne costretto ad abiurare e a distruggere alcune sue opere.

Il suo libro sui sogni si intitola Somniorum Synesiorum omnis generis insomnia explicantes libri IIII, ovvero Quattro libri che spiegano tutti i tipi di sogni trattati nel libro di Sinesio “Sui Sogni”. Cardano nel titolo fa esplicitamente riferimento a Sinesio di Cirene, autore a sua volta di un libro sui sogni; è assai probabile che appellarsi a Sinesio, che fu vescovo, servisse a Cardano come schermo per ripararsi da eventuali critiche che la Chiesa avrebbe altrimenti potuto muovergli.

Nel suo Somniuorum Synesiorum Cardano scrive un ampio catalogo di sogni, paragonabile a quello di Artemidoro; si rifà ad opere del passato, ma ci sono anche elementi innovativi e pensieri originali da lui elaborati in base alle sue esperienze dirette.

Cardano nei primi 15 capitoli del I libro espone una teoria generale sui sogni che fa il punto su tutto quanto era stato detto sino ad allora sull’argomento.  
Segue poi nei rimanenti capitoli una spiegazione di sogni per tema (animali, piante, cibi, vestiti, morti, case città, viaggi, ecc), che può fungere da manuale di consultazione.

Nel II libro spiega i tipi di sogni (oscuri, incompiuti, terribili, ricorrenti, perfetti, ecc.), e nel III libro descrive i tipi di sognatori (icchi o poveri, sposati o celibi, con figli o senza figli, maschi o femmine, sani o malati, ecc.).

Nel IV Libro c’è la parte più interessante e innovativa; qui Cardano opera una classificazione dei sogni in base alle loro cause, e afferma che nessun autore precedente è mai riuscito a fondare una ‘scienza dei sogni’ proprio perché non ha saputo distinguerne con precisione le cause, che possono essere:

  • Cause corporee o incorporee.
  • Cause nuove o già presenti nel sognatore.

Una volta capita la causa, si possono distinguere quattro generi di sogni:

  • Primo genere (cause corporee e nuove): sono i sogni determinati dall’ingestione di cibi indigesti (cavolo, cipolla, vino abbondante, ecc) o troppo abbondanti; generano  ‘vapori’ che arrivano al cervello e provocano sogni oscuri e confusi, ma non utili alla previsione del futuro.
  • Secondo genere (cause corporee già presenti nel sognatore): sono sogni dovuti agli ‘umori’ presenti nel corpo del sognatore e che possono essere rivelatori di squilibri e malattie. Sono quindi sogni utili al medico.
  • Terzo genere  (cause incorporee già presenti nel sognatore): sono sogni determinati da emozioni, stati d’animo, preoccupazioni, timori, speranze, gioie, tristezze, passioni, ecc. Neanche questi sono utili per prevedere il futuro.
  • Quarto genere (cause nuove e incorporee): sono sogni inviati da angeli o demoni che ci vogliono avvisare o ammonire sul futuro. Sono i sogni più preziosi, ma non sono destinati a tutti; si verificano più frequentemente:
    • In certe condizioni meteorologiche e stagionali: in estate e in inverno, nei giorni sereni e senza vento.
    • Nelle ore del primo mattino.
    • In chi è favorito da una certa situazione astrale.
    • Negli anziani e nelle persone sobrie, che si astengono dal cibo, dagli eccessi, dai turbamenti; in tutti coloro che hanno una condotta di vita il più possibile pura e religiosa.

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Cardano, rifacendosi ad autori precedenti, dice che I sogni che predicono il futuro sono di due tipi:

  • Idoli: mostrano il futuro così com’è, in modo chiaro e diretto; non hanno bisogno di interpretazione.
  • Insomnia:sono sogni oscuri e devono essere decifrati per essere compresi.

L’interpretazione dei sogni si basa sul concetto di convenienza. Ad esempio, per un uomo anziano non è assolutamente conveniente ballare; e per un uomo povero non è conveniente sognarsi ricco e riverito come un principe. Entrambi questi sogni mostrano l’incompatibilità tra il sognatore e la cosa sognata.
Anche per Cardano, come per Artemidoro,  bisogna sempre tener conto del sognatore nell’interpretazione dei sogni.

Cardano inoltre afferma che un sogno profetico è mandato dagli  influssi celesti, ma nella mente del sognatore essi possono mescolarsi in vario modo anche ai suoi sentimenti personali; perciò l’interpretazione di un sogno è sempre qualcosa di molto complesso; ciò è evidente anche negli esempi esaminati da Cardano nel suo libro: nel prendere in esame tutte le casistiche, la spiegazione diventa davvero lunga e complicata.

L’onirismo dell’Hypnerotomachia Poliphili

Parlando di sogni nel Rinascimento non si può trascurare l’Hypnerotomachia Poliphili, un romanzo assai particolare che racconta le vicende vissute in sogno dal protagonista, Polifilo, tra onirismo e misteriose allegorie. Ho dedicato un articolo a parte a questo libro unico nel suo genere:


FONTI:

IMG: Raffaello Sanzio

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