I sogni nel ‘600 e ‘700, tra rivoluzione scientifica e Illuminismo

Il Seicento e il Settecento sono secoli in cui si afferma il pensiero razionale e scientifico; la cultura dominante considera l’interpretazione dei sogni una forma di superstizione, così come la credenza nella magia e nella divinazione. Non c’è molto spazio per i sogni, in questo periodo; essi vengono spiegati da un punto di vista fisiologico, come se avessero origine dal corpo. Sono pochi gli ambiti in cui il sogno sopravvive, ma laddove questo succede, gli esiti sono senz’altro interessanti.

L’affermarsi del metodo scientifico

Nel corso del Seicento viene messo a punto un sistema sempre più razionale, scientifico e sperimentale per costruire le basi del sapere: secondo una celebre formula di Galileo, il libro della natura è scritto in leggi matematiche, e per poterle capire è necessario eseguire esperimenti con gli oggetti che essa ci mette a disposizione.

L’auctoritas di autori antichi (come Tolomeo per l’astronomia, Galeno per la medicina, Aristotele per la fisica) che fino ad allora erano stati dei punti di riferimento solidi, comincia ad essere messa in discussione; la loro infallibilità vacilla di fronte all’evidenza delle osservazioni sperimentali: le scoperte di Copernico, Galileo e Newton comportano un totale cambiamento di prospettive, una vera e propria rivoluzione scientifica.  

La visione rinascimentale della natura come “un grande organismo” in cui c’è corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo viene abbandonata sotto la spinta della scienza newtoniana, di stampo meccanicistico-deterministico; la natura non è più concepita come un ‘organismo vivente’, dotato anche di ‘anima’ (l’Anima Mundi), ma come un ‘meccanismo’, un oggetto meccanico che può essere compreso se si scompone in varie parti: gli eventi sono spiegabili riconducendoli a leggi di causa-effetto, ma in sé non obbediscono ad alcuna finalità; avvengono per una determinata causa, e non perché devono realizzare uno scopo dettato da una “mente” o “volontà superiore”.

L’idea stessa di Dio comincia a venire intaccata da una mentalità sempre più apertamente scettica e materialista; filosofi e intellettuali difendono la libertà di pensiero contro ogni ingerenza e dogmatismo della religione e del clero.

Un modo di pensare più scettico

Le principali correnti filosofiche del Seicento sono:

  • Sensismo: basa la conoscenza sull’esperienza sensibile e tende a riportare ai sensi anche ciò che tradizionalmente viene ritenuto di ambito spirituale, emozionale, psicologico (sentimenti, volontà, giiudizio, ecc). Esponenti di spicco furono Condillac, Hobbes e Locke.
  • Razionalismo: si propone di spiegare tutta la realtà tramite la ragione; massimo esponente fu Cartesio, che mise in dubbio tutto il sapere per rifondarlo a partire dal cogito ergo sum (penso, dunque sono), principio base a fondamento di ogni conoscenza. La materia non esiste se non se ne ha coscienza.
  • Empirismo: per spiegare la realtà si affida solamente ai sensi e alle percezioni; ne deriva una forma di conoscenza provvisoria scettica: non si può conoscere nulla con assoluta certezza. Si tratta di una conoscenza a posteriori.

Altri filosofi importanti, che cercarono invece di proporre un tentativo di sintesi e mediazione tra la scienza del loro tempo e le idee metafisiche tradizionali furono Spinoza e Leibniz.

Più tardi, nel ‘700, un altro fondamentale tentativo di sintesi fu fatto da Kant; egli tentò di mediare tra empirismo e razionalismo, introducendo l’idea che la ragione umana non può intendere completamente la realtà, ma può tuttavia fissarsi degli ambiti di indagine ristretti; il suo criticismo critica la ragione mediante la ragione, consapevole dei limiti della ragione stessa.

Interpretazioni simboliche e ricerca di analogie tra uomo e natura, tipiche della cultura rinascimentale, sono ancora rintracciabili solo nel pensiero magico, che però diventa decisamente marginale rispetto alla cultura dominante. il Seicento è anche il secolo di più dura repressione della magia e stregoneria (caccia alle streghe).
L’interesse per la magia e l’esoterismo sopravvive ancora, ma solo a livello personale e privato o all’interno di confraternite segrete.

In genearle, si fa sempre più strada una mentalità pragmatica e materialista; anche dal punto vista sociale, è l’epoca dei mercanti, la cui attenzione è soprattutto volta a ricercare nuove fonti di guadagno per aumentare prosperità e ricchezza.

I sogni entrano ‘in crisi’, la scienza tende a ridurli a “fatti corporei”

L’affermarsi del pensiero scientifico e razionale demistifica completamente i sogni:

  • Nega  che possano avere un qualunque tipo di valore predittivo.
  • Li priva di qualsiasi connotazione trascendente, profetica o ispirativa.
  • Credere che i sogni provengano da Dio, affidarsi ad essi per prendere decisioni importanti sul futuro viene ritenuto irrazionale e superstizioso.

Via via astrologi, maghi e veggenti, che erano molto presenti nelle corti rinascimentali, nel corso del ‘600 perdono importanza e prestigio.
La scienza cerca di spiegare i sogni ricercandone le possibili origini fisiologiche: fame, sete, caldo, freddo, ecc. Incubi e brutti sogni vengono spesso attribuiti il più delle volte alla cattiva digestione.
Il significato dei sogni perde così qualsiasi connotato sacro o trascendentale per ridursi ad un fatto corporeo, associabile alle percezioni del corpo addormentato o ai ricordi di ciò che si è percepito nella veglia.

Locke (1632-1704) ritiene che nulla può essere pensato o sognato senza essere stato oggetto di un’esperienza sensibile:

«I sogni di un uomo addormentato sono composti, secondo me, solo dalle idee che quest’uomo aveva da sveglio, sebbene per la maggior parte unite in modo strano».
{John Locke, Saggio filosofico sulla comprensione umana}

Leibnitz (1646-1716)  pensa che ci sia una continuità tra lo stato di veglia e lo stato di sonno, e sostiene che il sogno sia la prova della costante attività del pensiero e delle sensazioni. Anche durante il sonno si ha una certa percezione di ciò che sta accadendo fuori, “sebbene questa sensazione non sia sempre abbastanza forte da provocare il risveglio”. Afferma inoltre che le piccole sensazioni percepibili nell’animo ma troppo deboli per arrivare alla coscienza rimangono inconsce e danno luogo a immagini sfumate ma ricche di significato.

Cartesio: ritiene che i sogni siano uno stato di illusione derivato dalle impressioni della veglia. Cartesio tuttavia partì proprio dai sogni per fondare la sua filosofia; nell’Olympica racconta tre sogni che ebbe nel corso della stessa notte, molto importanti perché gli diedero l’ispirazione di fondare una ‘scienza nuova’, che sarà la base del suo metodo, il metodo cartesiano.

Kant: afferma che non esiste il sonno senza sogni, e che i sogni derivano dal movimento involontario degli organi interni. Non crede che nei sogni ci sia un intervento divino, però ritiene che nei sogni le idee siano per certi versi anche migliori che durante la veglia, ma poiché nel sogno l’uomo è parzialmente sveglio e parzialmente addormentato,  risultano assurde perché frammiste a fantasie e sensazioni che vengono dai sensi.

David Hartley, filosofo britannico, spiega i fenomeni psichici con la teoria dell’associazionismo: ovvero ogni elemento psichico complesso può essere ricondotto ad elementi psichici più semplici, che il cervello poi associa tra loro. Nelle sue Osservazioni sull’uomo  (1749), Hartley elenca le tre cause meccanicistiche del sogno che sarebbero diventate standard:

  • Impressioni e idee ricevute di recente, e in particolare quelle del giorno precedente.
  • Lo stato del corpo, in particolare dello stomaco e del cervello.
  • L’associazione‘, la legge che permette al cervello di assimilare sensazioni e informazioni, e che è alla base dell’apprendimento e della memoria. Durante il sonno il cervello continua a fare associazioni, ma senza alcun input sensoriale e senza che il timone della ragione la guidi, è libero di “passare da una cosa all’altra,” in balia delle fluttuazioni corporee.

La voce ‘sogno’ nell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert:

SOGNO: La storia dei sogni è ancora piuttosto poco conosciuta, eppure è importante, non solo in medicina, ma in metafisica, a causa delle obiezioni degli idealisti; abbiamo nel sognare un sentimento interiore di noi stessi, e nello stesso tempo un delirio abbastanza grande da vedere molte cose fuori di noi; noi stessi agiamo volendo o non volendo; e infine tutti gli oggetti dei sogni sono ovviamente giochi dell’immaginazione. Le cose che più ci hanno colpito durante il giorno appaiono alla nostra anima quando è in riposo; questo è abbastanza comunemente vero, anche negli animali, perché i cani sognano come l’uomo, la causa dei sogni è quindi qualsiasi impressione qualunque, forte, frequente e dominante.

Tradotto da: https://fr.wikisource.org/wiki/L%E2%80%99Encyclop%C3%A9die/1re_%C3%A9dition/R%C3%8AVE

Illustrazione che rappresenta una seduta di ‘mesmerismo’ (vedi il paragrafo su Mesmer).

Il sogno può ancora trovare spazio a livello artistico e religioso

Nei secoli della rivoluzione scientifica, del razionalismo e dell’illuminismo, non c’è più molto spazio per i sogni; il sogno rimane confinato nell’ambito dell’espressione artistica e del misticismo dei santi visionari.

Per quanto riguarda il ‘600 ricordiamo certamente:

  • Santa Teresa d’Avila, famosa per le sue intense, sublimi visioni misitco-estatiche.
  • La vita è sogno, dramma teatrale di Pedro Caldéron de la Barca, che affronta il tema del sogno in maniera molto moderna, offrendo interessanti spunti di riflessione filosofici.

Le ‘chiavi dei sogni’

Se la credenza nei sogni è ritenuta superstiziosa dalle classi colte, a livello popolare invece è più viva che mai: con l’invenzione della stampa i libri delle ‘chiavi dei sogni’ trovano ampia diffusione; il commercio di questo prodotto editoriale avrà lunga vita in tutti i paesi europei fino ai giorni nostri. Si tratta di manuali per l’interpretazione dei sogni che contengono le ‘chiavi fisse’ di interpretazione dei simboli per decifrare il significato dei sogni in modo facile e ‘automatico’.

Si rifanno a tradizioni bibliche, orientali e greco-romane, sintetizzando materiali eterogonei e provenienti da varie fonti.

Nella spiegazione dei significati, si possono rintracciare delle costanti:

  • Regola di inversione: i sogni annunciano il contrario di ciò che sembrano dire.
  • Regola del qualificatore: il significato del sogno varia a seconda delle tonalità dei colori; ad esempio, i capelli hanno significati diversi in base al loro colore.
  • Regola di scadenza: il bestiario onirico propone, ad esempio, un calendario preciso (es. sogno di una civetta = funerale ventidue giorni dopo).

Sono prodotti di massa, pensati per una consultazione rapida e veloce I contenuti sono stereotipati, generalizzati ed evitano di prendere in considerazione casi troppo specifici.

Mesmer e le prime ‘ipnosi’

Nel ‘700 il razionalismo si potenzia e raffina; è il secolo dei Lumi, in cui la Ragione finalmente trionfa sull’oscurantismo religioso e sulla superstizione; tuttavia si pongono, forse per reazione, anche le basi dei primi ‘irrazionalismi’, che tuttavia si sviluppano in un ambito diverso da quelli passati perché più che vertere su temi religiosi si aprono allo psichismo.

Mesmer (1734-1815) fu un medico tedesco che si interessava di scienze naturali, ma anche di alchimia ed esoterismo; alla luce dell’Illuminismo, elaborò delle teorie che tentavano di dare un indirizzo razionale alle pratiche esorcistiche e mistiche.

Sviluppò inoltre un suo metodo terapeutico, il mesmerismo, che può essere considerato un antesignano dell’ipnosi. Ecco i principi su cui si fonda:

  • Un sottile fluido fisico, chiamato “magnetismo animale”, riempie l’universo e forma un mezzo di connessione tra l’uomo, la terra e i corpi celesti, e tra uomo e uomo.
  • La malattia ha origine dalla carenza di tale fluido all’interno del corpo umano.
  • Tramite opportune tecniche, il fluido può essere incanalato, convogliato in altre persone; in questo modo si possono provocare “crisi” che fanno bene al paziente e che lo aiutano a guarire dalle malattie.

Mesmer ideò varie tecniche per riuscire a convogliare il fluido, tra cui l’applicazione di magneti (calamite) sul corpo dei pazienti; l’imposizione di mani irraggianti “energie benefiche”; bagni collettivi in grandi tinozze contenenti “acque magnetizzate”.
La cosa interessante era che con le sue tecniche riusciva ad indurre nei pazienti uno stato di coscienza alterato, che egli chiamava “sonnambulismo artificiale“, e che risulta assai simile all’ipnosi.
Mesmer fu molto criticato dagli scienziati contemporanei, che lo ritenevano più che altro un ciarlatano, ma successivamente gli fu riconosciuto il merito di aver aperto il campo agli studi sulla suggestione, sui disturbi psicosomatici, sulla cura del corpo attraverso lo spirito.
Inoltre intuì dei concetti fondamentali che saranno poi ripresi dalla psicanalisi: ad esempio, per Mesmer era molto importante il rapporto personale tra “magnetizzatore” e paziente, e l’uso delle ‘crisi’ (ovvero indurre una specie di scarica emozionale) come strumento catartico, veicolo di guarigione.


Emanuel Swedenborg, scienziato e mistico visionario

Emanuel Swedenborg (1688 – 1772)  era un medico, scienziato e inventore svedese che a 56 anni interruppe la sua attività scientifica per una sorta di ‘chiamata spirituale’ che iniziò con strani sogni ed esperienze mistiche: affermò di aver avuto delle visioni dell’Aldilà e di aver parlato con angeli, diavoli e spiriti visitando il Paradiso e l’Inferno. Nonostante fosse ben conscio del rischio di essere ritenuto pazzo, dichiarò di dover raccontare le sue esperienze per espressa volontà di Dio, altrimenti non ne avrebbe mai parlato con nessuno.

Nel 1744 Swedenborg si era recato nei Paesi Bassi. In quel periodo iniziò ad avere strani sogni, che registrò nel suo diario di viaggio. Non si sapeva dove fosse finito questo diario, finché nel 1850 venne recuperato nella Biblioteva Nazionale di Svezia e pubblicato nel 1859 come Drömboken , o Journal of Dreams .

Swedenborg ha vissuto molti sogni e visioni, alcuni piacevoli, altri altamente inquietanti; queste esperienze si protrassero anche mentre si recava a Londra, per un periodo complessivo di circa sei mesi. Un biografo ha interpretato questa processo come catartico, come se in Swedenbord si stesse svolgendo una battaglia tra l’amore di se stesso e l’amore di Dio.

Nei suoi sogni e visioni Swedenborg era capace di avere delle percezioni extrasensoriali;  ad esempio, riuscì a descrivere con precisione un grave incendio a Stoccolma (1756), che tra l’altro rischiava di lambire la sua casa, mentre si trovava ad una festa in un’altra città, a 400 km di distanza. Ci furono poi altri episodi che eccrebbero la sua fama presso i contemporanei.

Anche Kant si interessò a lui: inizialmente ne fu ammirato, ma poi scrisse un libello in cui ridimensionò le sue esperienze, definendole come ‘fantasticherie’ di un visionario.

Il segno che lasciò Swedenborg fu comunque profondo e sopravvisse nel tempo; fu spesso citato dagli spiritisti come uno dei principali precursori dello loro convinzioni di poter comunicare con gli spiriti. Inoltre Jung, esaminando i suoi scritti, vi rintracciò l’idea di inconscio collettivo reso con l’immagine di un ‘Grande Uomo, un uomo immenso nel Mondo Spirtiuale’,  più altri concetti propri della psicologia analitica, espressi in modo intuitivo.

IMG: George du Maurier

FONTI:

  • Anna M. Partini, Il sogno e il suo mistero. Tradizione, psicologia, divinazione
  • Vari articoli di Wikipedia

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