Date e scoperte importanti nello studio del sonno e dei sogni

Qui di seguito ho composto un elenco delle date storiche relative alle scoperte più importanti nello studio del sonno e dei sogni.
Da fine ‘800 ai nostri giorni ecco come si è evoluta la conoscenza scientifica di questi temi (N.B.: pagina soggetta ad aggiornamento):

Fine ‘800:

  • 1861: Alfred Maury pubblica Le Sommeil et les rêves, il libro in cui espone le sue osservazioni sul sogno e i risultati di alcuni esperimenti sui tentativi di influenzare i sogni di alcune persone addromentate sottoponendole a stimoli esterni.
  • 1867: il marchese Hervey de Saint Denys pubblica Les rêves et les moyens de les diriger; observations pratiques, in cui raccoglie le sue personali esperienze e osservazioni sui sogni lucidi, i sogni in cui il sognatore è perfettamente consapevole di sognare.

Primi del ‘900

  • 1900: Freud pubblica L’interpretazione dei sogni, opera innovativa in cui propone il suo metodo di interpretazione psicologica dei sogni; secondo le sue teorie, i sogni nascono da contenuti inconsci della psiche.
  • 1917: Constantin von Economo, studiando l’encefalite letargica, intuisce che il sonno non riguarda  la globalità del cervello, ma nasce da alcuni centri, in particolare l’ipotalamo.
  • 1924: Hans Berger, psichiatra tedesco interessato alla telepatia, inventa uno strumento per registrare l’attività elettrica emessa spontaneamente dal cervello, l’elettroencefalografo, strumento importantissimo per lo studio del sonno.
  • 1935: Alfred Loomis monitora con l’elettroencefalografo il sonno di alcuni ospiti che aveva invitato al suo palazzo della scienza; scopre così che il cervello non è inattivo durante il sonno, ma che emette delle onde peculiari, secondo uno schema prevedibile.
  • 1940: con gli studi di Calvin Hall ha inizio l’analisi empirica su grandi quantità di sogni.

Dagli anni ’50 agli anni ’80

  • 1953: Scoperta del sonno REM effettuata nel laboratorio di Nathaniel Kleitam da parte del suo giovane assistente di laboratorio, Eugene Aserinsky.
    Da quel momento la ricerca scientifica sul sonno acquisisce un forte impulso e coinvolge altre discipline: fisiologia, biologia, medicina, psicologia, psicofarmacologia, ecc.
  • Anni ’50-’60: William C. Dement approfondisce lo studio del sonno REM e osserva che l’80% dei dormienti svegliati durante la fase REM è in grado di ricordare un sogno.
    Parallelamente anche Michel Jouvet si dedica allo studio del sonno REM, compiendo anche famosi esperimenti sui gatti; lui chiama il sonno REM ‘sonno paradossale’ perché nota che l’attività cerebrale in questa fase è molto intensa, simile alla veglia.
  • 1962: David Foulkes riformula la domanda da porre al risveglio: non più ‘Cosa stavi sognando?’ ma ‘Cosa ti passava per la mente prima di essere svegliato?’ Questo perché molte persone non considerano ‘sogno’ ciò che si limita a riproporre scene di vita quotidiana, e rispondono negativamente. Riformulando la domanda, si vede che le persone sognano anche in fase non REM, benché i sogni della fase non REM siano più brevi, meno vividi e più simili a ‘pensieri’.
  • 1968: Rechtschaffen e Kales pubblicano il primo manuale standardizzato con le norme internazionali per la registrazione e la siglatura delle fasi del sonno sulla base delle variazioni congiunte di tre tracciati elettrici: EEG (elettroencefalogramma), EOG (elettrocolugramam) e EMG (elettromiogramma).
  • Negli anni ‘70 nascono le prime associazioni nazionali e internazionali di studiosi del sonno, sempre più attive ed in espansione.
  • 1975, Allan Hobson e Robert McCarley di Harvard hanno proposto che molte proprietà dei sogni – le immagini vivide, gli eventi bizzarri, la difficoltà a ricordarli – potessero essere spiegate dalle condizioni neurochimiche del cervello nel sonno REM, compreso il flusso e riflusso dei neurotrasmettitori noradrenalina, serotonina e acetilcolina. La loro teoria è stata spesso contrapposta a quella psicologica sulle origini dei sogni.
  • 12 aprile 1975: Keith Hearne effettua il primo esperimento volto a dimostrare l’effettiva esistenza dei sogni lucidi. Chiede ad Alan Worsley, sognatore lucido esperto, di eseguire in sogno una sequenza concordata di movimenti oculari, provando così di essere consapevole e cosciente.
  • 1981 Stephen LaBerge conduce un esperimento assai simile e si dedica ad approfondire gli studi sui sogni lucidi. nel 1987 fonda il Lucidity Institute di Palo Alto, un istituto che promuove la ricerca sui sogni lucidi.

Dagli anni ’90 ai nostri giorni

  • 1990: l’Accademia americana di medicina del sonno (con l’assistenza della European Sleep Research Society , della Japanese Society of Sleep Research e della Latin American Sleep Society ) redige la classificazione internazionale dei disturbi del sonno, il riferimento principale per scienziati e diagnostici. 
  • 1991: in Italia nasce l’ Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), e nel 1996 nasce la Società Italiana di Ricerca sul Sonno (SIRS).
  • Anni ’90: Mark Solms studia il sogno con un approccio neuro-psicologico e clinico-anatomico. Esamina pazienti con lesioni cerebrali che determinano conseguenze nella loro attività onirica; Solms nei suoi studi ha evidenziato le correlazioni tra la sede della lesione e i disturbi.
  • 1999, gli scienziati dell’American Academy of Medicine e dell’International Association for the Study of Dreams concordano sul fatto che il sonno REM non è l’equivalente del sogno. La definizione esatta di un sogno varia tra sognatori, scienziati, paesi e culture. Inoltre, ai fini della ricerca, si è convenuto di non utilizzare più il termine ‘sogno’, e di sostituirlo con “attività mentale legata al sonno”, essendo questa attività onirica presente in tutte le fasi del sonno.
  • 2000: Robert Stickgold studia il rapporto tra sogni e apprendimento;  pubblica i suoi studi sull’effetto Tetris nei sogni: “Replaying the Game: Hypnagogic Images in Normals and Amnesics” ; è il primo articolo sui sogni a comparire sulla rivista ‘Science’ dopo più di trent’anni. Altri studiosi iniziano ad approfondire il rapporto tra sogno e apprendimento.
  • 10 aprile 2017: esce su ‘Nature Neuroscience’ The neural correlates of dreaming di Guilio Tononi (+ altri autori) uno studio che evidenzia che il sogno è associato a una diminuzione dell’attività cerebrale a bassa frequenza all’interno di una precisa regione del lobo occipitale, detta “zona calda corticale posteriore” (posterior cortical hot zone).

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