Disturbi del ritmo circadiano e alterazioni del ciclo sonno-veglia

I disturbi del ritmo circadiano sono disturbi del sonno causati da alterazioni del ciclo sonno-veglia; sono spesso dovuti a condizioni che provocano un disallineamento tra i ritmi circadiani del corpo di una persona e l’ambiente esterno in cui si trova a vivere.

Chi soffre di questi disturbi spesso ha serie difficoltà ad adeguare i propri ritmi sonno-veglia alle richieste della vita lavorativa e sociale: va a dormire troppo tardi o troppo presto; negli orari in cui dovrebbe stare sveglia si sente assonnata, e invece è insonne nei momenti in cui dovrebbe dormire.
Disturbi del ritmo circadiano possono avere conseguenze sulla salute, sul rendimento scolastico e lavorativo, e possono anche aumentare il rischio di incidenti.

disturbi del ritmo circadiano e del ciclo sonno veglia

I ritmi circadiani del nostro corpo sono orologi biologici interni che regolano la produzione di ormoni e svolgono un ruolo importante anche nella regolazione del ciclo sonno-veglia. Questi orologi interni si chiamano ‘circadiani’ perché durano ‘circa un giorno’, cioè circa 24 ore, e hanno bisogno di sincronizzarsi con l’alternanza luce-buio, un fattore ambientale fondamentale per la regolazione delle funzioni vitali e delle attività di tutti gli organismi che abitano sul pianeta terra.
Quando, per vari motivi, questa sincronizzazione tra orologi interni e ambiente esterno non avviene, si può manifestare un disturbo del ritmo circadiano.

Ci sono 6 principali disturbi del ritmo circadiano, vediamo quali sono, come si presentano e (alla fine dell’articolo) come si curano.

1. Sindrome da jet-lag

Quando si fa un volo intercontinentale, il corpo ha bisogno di un certo un periodo di tempo per sincronizzare l’orologio interno con i nuovi ritmi imposti dall’ora locale. I sintomi del jet-lag in genere iniziano uno o due giorni dopo il volo e possono persistere fino a una o due settimane. È probabile che durante questo periodo di transizione si accusino disturbi del sonno e stanchezza.

I viaggi in direzione est tendono a produrre un jet-lag più grave rispetto ai viaggi in direzione ovest; i viaggi in direzione nord e sud di solito comportano un jet-lag minimo o nullo.
La gravità e il perdurare dei malesseri dipende anche dal numero di fusi orari attraversati.

2. Sindrome da turnismo

Questa sindrome può colpire i lavoratori che devono fare un lavoro a turni, specialmente coloro che lavorano a tarda notte e/o la mattina presto. Spesso manifestano questi tipici sintomi:

  • Insonnia quando tentano di dormire.
  • Sonnolenza quando si sforzano di restare svegli durante i loro turni.
  • Alterazioni ormonali.
  • Stress, stanchezza.
  • Calo della libido.

I turni a rotazione possono essere anche più difficili dei turni fissi perché richiedono ai lavoratori di riadattarsi periodicamente a nuovi orari di turno. Se possibile, cerca di fare una rotazione spostando il turno in avanti (turno di giorno-turno di notte- turno di mattina), perché in questo modo per il corpo è più facile abituarsi.
È possibile abituarsi al lavoro a turni, ma i tempi di adattamento sono abbastanza soggettivi.

La maggior parte delle persone con disturbo del lavoro a turni perde da una a quattro ore di sonno per ogni periodo di 24 ore.
Questo disturbo può essere particolarmente pericoloso perché espone ad un maggior rischio di:

  • Incidenti stradali, specialmente nel tragitto casa-lavoro o lavoro-casa.
  • Incidenti sul lavoro.
  • Abuso di alcol, caffè, droghe, sostanze eccitanti per aiutarsi a stare svegli o a dormire.

3.
Sindrome da fase del sonno RITARDATA

Le persone con questa condizione tendono ad andare a letto tardi e svegliarsi tardi; hanno un ciclo sonno-veglia che è in ritardo di oltre 2 ore rispetto all’orario standard ideale.

Per loro è difficile far fronte ad impegni scolastici o lavorativi che richiedono un orario di sveglia precoce, e spesso soffrono di mancanza di sonno.

Questa sindrome è molto presente soprattutto tra i giovani e gli adolescenti, e tra chi ha un cronotipo serale (i cosiddetti ‘gufi‘).

4.
Sindrome da fase del sonno ANTICIPATA
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Le persone con questa condizione tendono ad andare a letto presto e svegliarsi presto; hanno un ciclo sonno-veglia che è in anticipo di oltre 2 ore rispetto all’orario standard ideale.

Per loro è molto difficile riuscire a stare sveglie la sera, quasi impossibile resistere fino a mezzanotte. La mattina invece non hanno alcun problema ad alzarsi presto.

Questa sindrome si riscontra spesso nelle persone anziane e tra coloro che hanno un cronotipo mattiniero (le cosiddette ‘allodole‘).

N.B.: Avere una tendenza ad essere mattinieri o nottambuli non implica necessariamente avere un disturbo del ritmo circadiano del sonno, anche se potrebbe essere un fattore di rischio.
Per ricevere una DIAGNOSI da sindrome da fase del sonno anticipata o ritardata, la persona deve manifestare dei sintomi che influiscono negativamente sulla vita lavorativa e sociale per almeno tre mesi. Inoltre deve anche segnalare miglioramenti nella qualità e durata del sonno se asseconda il suo ritmo di sonno naturale, piuttosto che quello dettato dal lavoro o da altri obblighi.

5. Sindrome da ciclo sonno-veglia alterato

Questa sindrome è detta anche “sindrome ipernictemerale“; la persona che ne soffre sperimenta uno slittamento costante dell’orario in cui sente il bisogno di dormire, solitamente di un paio d’ore al giorno. Si viene a costituire così un ciclo lungo più settimane in cui gli orari di addormentamento e risveglio variano, fino a tornare all’orario abituale e ricominciare.

Questo disturbo colpisce principalmente le persone cieche. I loro occhi non possono recepire i segnali luminosi e trasmetterli al cervello, e quindi hanno più difficoltà a sincronizzarsi su un ciclo di 24 ore: di conseguenza il momento in cui avvertono bisogno di dormire slitta periodicamente seguendo un arco temporale diverso. Di fatto il loro ciclo sonno-veglia è simile è quello delle persone che vivono in condizioni di totale isolamento.

Le persone con questa sindrome soffrono di insonnia ed eccessiva sonnolenza diurna quando i loro periodi di sonno non corrispondono agli orari della loro vita sociale e professionale. Però nei periodi in cui il loro ciclo sonno-veglia torna ad allinearsi con quegli orari, i disturbi del sonno spariscono del tutto o quasi.

Gli esperti stimano che la metà dei non vedenti totali soffra di disturbi dovuti alla sindrome ipernictemerale. Una diagnosi richiede che i sintomi persistano da almeno tre mesi.

6. Disturbo da ritmo sonno-veglia irregolare

Le persone che soffrono di questo disturbo presentano uno schema di sonno molto irregolare; di notte dormono poco (4 ore, o anche meno), poi di giorno manifestano sonnolenza e fanno molti sonnellini. Spesso questo disturbo colpisce chi soffre di disturbi del neurosviluppo o neurodegenerativi, come il morbo di Parkinson , il morbo di Alzheimer o il morbo di Huntington. C’è un’alta frequenza negli anziani, ma è stato osservato anche nei bambini con disabilità dello sviluppo.
La frammentazione del sonno può essere più grave per i malati di Alzheimer che sperimentano la cosiddetta ‘sindrome del tramonto‘ (sundowning): con  le ore serali manifestano più confusione, difficoltà di orientamento, agitazione.


TERAPIA, CURE, TRATTAMENTI dei disturbi del ritmo circadiano:

Ci sono delle terapie utili a ripristinare il ciclo sonno-veglia:

  • Rispettare le regole di igiene del sonno.
  • Integratori a base di melatonina possono aiutare a sincronizzare il ritmo del sonno; ma devono essere prescritti dal medico e assunti in momenti specifici della giornata per essere efficaci.
  • Terapia della luce: per regolarizzare i propri ritmi circadiani può essere utile esporsi regolarmente ad una luce intensa:
    • al mattino, per chi soffre della sindrome della fase del sonno ritardata;
    • al tardo pomeriggio/sera per chi soffre della sindrome del sonno anticipata;
    • durante il turno di lavoro, per i turnisti.

FONTE: 

https://www.sleepfoundation.org/circadian-rhythm-sleep-disorders

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