Il sogno della scala di Giacobbe

Giacobbe è uno dei padri dell’Ebraismo, figlio di Isacco e di Rebecca. Le sue vicende sono narrate nel libro della Genesi. Una notte Dio gli apparve in sogno promettendogli un’ampia discendenza, terre e onori. È il famoso sogno della scala che si innalza fino al Cielo.

Sogno della scala di Giacobbe

Una notte, durante il viaggio che lo portò a nascondersi dallo zio Labano per sfuggire al fratello Esaù, Giacobbe fece un sogno : una scala da terra si protendeva sino in cielo, con angeli che salivano e scendevano. Nel sogno Dio gli parlava, promettendogli che la terra sulla quale stava dormendo sarebbe stata sua, che avrebbe avuto un’immensa discendenza, e che tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette in lui e nella sua discendenza.

Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.  Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.  Ecco il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua discendenza.  La tua discendenza sarà come la polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua discendenza tutte le nazioni della terra.  Ecco io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che t’ho detto».  Allora Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretta come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò la decima».
{Genesi 28:10-22}

Il sogno della scala di Giacobbe è molto importante nell’ebraismo e ha molto influito nel pensiero e nella cultura ebraica, per quanto riguarda il rapporto tra Dio e uomo, e anche per quanto riguarda la concezione dei sogni nell’ebraismo.

giacobbe lotta con l'angeloGiacobbe e la lotta con l’Angelo (teomachia)

In un altro episodio a seguire, Giacobbe lotta per tutta la notte con un uomo, che poi si rivela essere un Angelo di Dio; Dio allora lo chiama Israele, e quello sarà il nome anche della sua terra e del suo popolo:

 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora.  Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.  Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!».  Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe».  Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!».  Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.  Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».

{Genesi 32, 24-34}

Questo racconto della lotta con l’Angelo di Dio ricorda la lotta di Maometto con l’angelo Gabriele, raccontato nel Corano. Entrambi gli episodi potrebbero essere collegati al disturbo delle paralisi nel sonno.

Immagini: Giorgio Vasari, Rembrandt,