Il ‘pavor nocturnus’ (terrore notturno): un urlo che squarcia la notte

Di sicuro per un genitore svegliarsi nel cuore della notte al grido disperato di suo figlio è un evento allarmante, e lo è ancora di più quando vede che nonostante i suoi tentativi di confortarlo, il bambino si agita sempre di più.
Il bambino non sta avendo un incubo, ma un ‘terrore notturno’, un preciso disturbo del sonno che si chiama così (noto anche come ‘pavor nocturnus‘) e che colpisce soprattutto i bambini, molto raramente adolescenti o adulti.

Fortunatamente la crisi dura pochi minuti, dopodiché il bambino si mette tranquillo e si riaddormenta, e la mattina dopo non ricorderà nulla di quanto successo.

Bambino in preda ad un terrore notturno: è molto spaventato, urla, e ha gli occhi sbarrati

Sintomi del terrore notturno:

Quando un bambino (o anche adulto) è un preda ad un terrore notturno manifesta in genere questi tipici sintomi:

  • Si sveglia nel cuore della notte, solitamente durante le prime 3-4 ore della notte, mentre si trova nella fase del sonno profondo non REM.
  • Appare in preda al panico: urla, piange, dimena le braccia; di solito sta seduto sul letto, con gli occhi sbarrati, le pupille dilatate e lo sguardo fisso davanti a sé, come se vedesse qualcosa di spaventoso che solo lui può vedere. In alcuni casi potrebbe anche iniziare a correre come se stesse fuggendo da un pericolo. Si possono notare anche altri segni di paura, come battito cardiaco e respirazione accelerati, pelle arrossata, sudorazione.
  • Non reagisce e non risponde a chi cerca di parlargli: non sembra riconoscere nessuno, né udire ciò che gli altri dicono.
  • I tentativi di calmarlo non hanno effetto o peggiorano la situazione: il bambino si spaventa ancora di più e può diventare aggressivo o tentare di scappare, sempre in stato di incoscienza, con il rischio di causare accidentalmente delle lesioni a se stesso o agli altri.
  • La maggior parte dei terrori notturni dura circa 10 minuti, ma in alcuni casi possono continuare anche per 30-40 minuti.
  • Dopo l’episodio, il bambino cade in un sonno profondo e in genere la mattina dopo non conserva alcun ricordo di quanto è successo. Talvolta può riferire di aver provato un forte senso di pericolo, ma non riesce a ricordare cosa l’ha provocato. Gli adulti a volte hanno dei ricordi più dettagliati.

La frequenza dei terrori notturni può essere difficile da prevedere. Alcuni bambini possono sperimentarli molto raramente mentre altri possono avere uno o due episodi al mese, oppure periodi in cui il pavor nocturnus si presenta anche ogni notte.

Il pavor nocturnus non va confuso né con gli incubi (che solitamente si verificano nella seconda metà della notte, in fase REM, e vengono ricordati) né con le paralisi nel sonno (che comportano la sensazione di essere bloccati; durante una paralisi nel sonno, non si riesce né a muoversi né a urlare).

Come comportarsi quando un bambino (o anche adulto) ha i terrori notturni:

  • Non cercare di svegliarlo, non scuoterlo, non gridare, non fare rumori e non puntagli luci intense sugli occhi: i tentativi di risvegliarlo possono peggiorare la situazione e far durare di più l’episodio, o scatenare una risposta fisica aggressiva o un tentativo di fuga, con rischio di lesioni.
  • Stagli vicino, di fianco al letto, e assicurati che non cada o si faccia male.
  • Non cercare di abbracciarlo, accarezzarlo o consolarlo: non è in grado di riconoscerti e qualsiasi interazione fisica con lui, anche fatta con le migliori intenzioni, può sembrargli una minaccia.
  • Rimuovi oggetti pericolosi dalla stanza, compresi oggetti fragili che potrebbero rompersi (bicchieri, oggetti di vetro, ecc) e chiudi bene porte e finestre.
  • Aspetta che si calmi da solo: solitamente dopo dieci minuti ritorna a dormire profondamente.
  • Lascialo riposare in pace e non svegliarlo per farti raccontare cosa stava sognando.

Cause scatenanti e fattori predisponenti:

  • Altri disturbi del sonno sottostanti: asma notturno, apnea ostruttiva del sonno, sindrome delle gambe senza riposo, reflusso gastroesofageo.
  • Disturbi respiratori: più della metà dei bambini che si rivolgono ai medici per terrori notturni soffre di disturbi respiratori (asma, adenoidi, ecc).
  • Storia familiare e componente genetica:  è più probabile che i terrori notturni si verifichino in chi ha parenti o familiari che soffrono di disturbi del sonno.
  • Febbre, influenza.
  • Privazione di sonno o variazioni nella propria routine del sonno.
  • Momenti di disagio emotivo, nei bambini il pavor nocturnus può manifestarsi in seguito all’ansia da separazione dai genitori.
  • Mal di testa dovuto a emicrania, o a ferite o traumi alla testa.
  • Abuso di alcolici, caffè, bevande eccitanti.
  • Disturbi dell’umore: ansia, depressione, disturbo bipolare, disturbo da stress post traumatico; più che nei bambini, sembrano incidere soprattutto quando il pavor nocturnus si manifesta in età adulta.
  • Alcuni farmaci.

Trattamenti, terapie, cure:

Non è in genere necessaria alcuna terapia nei bambini, perché il disturbo dei terrori notturni tende a risolversi da solo con la pubertà.

È buona norma:

  • Dormire a sufficienza e curare l’igiene del sonno, andando a dormire più o meno sempre alla stessa ora.
  • Curare eventuali condizioni mediche sottostanti che possono determinare il disturbo.
  • Informare altre persone che dormono in casa e assicurarsi che sappiano come comportarsi quando si verifica un episodio.
  • Curare la sicurezza della stanza da letto, rimuovendo qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso e proteggendo porte e finestre.
  • Non bere bevande eccitanti la sera, compresa la Coca Cola.
  • Stare particolarmente attenti quando si intende partecipare a viaggi, gite, campeggi e situazioni che richiedono al bambino di dormire fuori casa.
  • Può essere utile la ‘tecnica del risveglio anticipato‘ (la stessa che funziona anche per i sonnambuli): poiché gli episodi si verificano sempre più o meno allo stesso orario, cercando di svegliarsi un po’ prima (puntando ad esempio una sveglia circa 15 minuti prima) l’episodio può essere sventato.
  • Evitare impegni eccessivi; scaricare lo stress con attività fisica di giorno e attività rilassanti la sera.

È comunque consigliabile consultare un medico quando gli episodi di terrore notturno:

  • Si verificano più di 2 volte a settimana
  • C’è un alto rischio di lesioni.
  • Si accompagnano a sonnambulismo o altri disturbi del sonno.
  • Comportano privazione di sonno e sonnolenza diurna.
  • Iniziano o continuano nell’adolescenza o nell’età adulta.

Il medico può richiedere esami di approfondimento e, se necessario, curare il disturbo con una terapia farmacologica.


FONTE:

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