Sogni REM e sogni non REM, le differenze

All’inizio delle ricerche sui sogni si riteneva che le persone potessero sognare solo durante la fase REM (quella fase del sonno con movimenti oculari rapidi): infatti il 90-95% delle persone svegliate nella fase REM riusciva a raccontare un sogno, mentre solo il 5-10% era in grado di farlo dopo essere stato svegliato dalla fase non REM (quella senza i movimenti oculari rapidi).
Tuttavia poi bastò cambiare la domanda per ottenere dei resoconti di attività onirica anche della fase non REM; se invece che chiedere “Cosa hai sognato?” si chiedeva ‘A cosa stavi pensando?”, la percentuale di sogni non REM saliva al 70%

Ciò implica che il sonno REM non è una condizione necessaria per sognare.

Attualmente gli esperti concordano sul fatto che esistano differenze quantitative tra sogni REM e non REM, ma sono in in disaccordo sul fatto che davvero esistano significative differenze qualitative.
Nelle due fasi del sonno si possono manifestare anche disturbi del sonno diversi, che danno esito a comportamenti particolari (le parasonnie come il sonnambulismo, gli incubi, le paralisi nel sonno, ecc) che vanno trattati e curati in modo specifico.

Differenze tra sogni REM e non REM

SOGNI NON REM: 

Si verificano nelle fasi non REM del sonno (che sono più estese nella prima parte della notte).

Tendono ad avere queste caratteristiche: 

  • Meno vividi: spesso si tratta di semplici pensieri, scene o visioni a cui si assiste da spettatori passivi.
  • Meno bizzarri, più legati ad esperienze reali fatte durante la veglia, a gesti quotidiani (vestirsi, lavarsi, ecc).
  • Si verificano specialmente nella fase 3 del sonno non REM, quella più profonda. Sono molto rari nella fase 2, e ancor di più nella fase 1.
  • Diventano progressivamente più abbondanti verso le ore mattutine.
  • Nei sogni che presentano situazioni negative il sé è più propenso a risolvere i conflitti in modo pacifico e amichevole
  • I sogni lucidi sono molto rari nella fase non REM.

Parasonnie del sonno non REM:

SOGNI REM: 

Si verificano nelle fasi REM del sonno (che sono più estese nella seconda parte della notte).  

Tendono ad avere queste caratteristiche:

  • Maggiore vividezza: c’è un’ampia varietà di sensazioni fisiche e le emozioni sono intense.
  • Maggiore bizzarria: le situazioni del sogno si allontanano da quelle del vissuto quotidiano; sono strane, surreali, inverosimili, assurde.
  • Più facilità di essere ricordati al risveglio.
  • Più è lunga la fase REM, più i sogni sono lunghi.
  • Più dura la fase REM, maggiore è la quantità di sogni ricordati al risveglio; infatti durante la prima fase REM (più breve) c’è il 50% di probabilità di ricordare un sogno, mentre nell’ultima fase REM (più lunga) le probabilità salgono al 99%, specialmente se il sonno è stato intervallato da microrisvegli. 
  • Nelle ultime fasi REM i sogni diventano progressivamente più elaborati, vividi ed emotivamente coinvolgenti. Anche questo potrebbe facilitare il ricordo dei sogni che si verificano verso mattina.
  • A volte includono elementi che riflettono le recenti esperienze del sognatore.
  • Nei sogni che presentano situazioni negative, il sé tende a reagire in modo violento e aggressivo.
  • La tumescenza degli organi sessuali (sia maschili sia femminili), fisiologica durante la fase REM, non comporta necessariamente sogni di natura erotica.
  • I sogni lucidi sono molto più frequenti nella fase REM.

Parasonnie del sonno REM: 

Atonia muscolare:

Nella fase REM il corpo è in uno stato di atonia muscolare (non è possibile muoversi); è un meccanismo di protezione messo in atto dal cervello per impedire che la persona esegua anche nella realtà tutti i movimenti che sta vivendo nel sogno. Il cervello interrompe la comunicazione motoria verso i muscoli in modo che la persona possa riposare indisturbata e senza pericoli.

I movimenti oculari rapidi, tipici della fase REM: 

Secondo l’ipotesi di scansione’, le proprietà direzionali del sonno REM sono correlate a uno spostamento dello sguardo nelle immagini oniriche. 

  • Contro questa ipotesi c’è che tali movimenti oculari si verificano nei nati ciechi e nei feti nonostante la mancanza di vista. Inoltre, i REM binoculari non sono coniugati (cioè i due occhi non puntano nella stessa direzione alla volta) e quindi mancano di un punto di fissazione. Ci possono essere movimenti oculari anche senza sognare nulla.
  • A sostegno di questa teoria, la ricerca rileva che nei sogni orientati all’obiettivo lo sguardo degli occhi è diretto verso l’azione del sogno, determinata dalle correlazioni nei movimenti degli occhi e del corpo dei pazienti con disturbo del comportamento del sonno REM che mettono in atto i loro sogni.

Durante il sonno REM, i ricercatori teorizzano che il cervello attraversi un processo noto come rinfresco dell’efficacia sinaptica. Infatti si può notare la presenza di onde cerebrali che si auto-producono durante il sonno; si ritiene che servano allo scopo di consolidare i ricordi recenti e rafforzare i vecchi ricordi.  Noi possiamo “vedere” i nostri sogni poiché durante i lavori di recupero delle esperienze passate il nostro senso visivo sta rapidamente esaminando (e quindi ‘guardando’) le informazioni che ha immagazzinato.
A questo proposito, vedi anche Sonno e memoria.


FONTE:

IMG: Sketchepedia