Sogni sincronici e sogni condivisi

Con ‘sogni sincronici’  o ‘sogni condivisi’ si intende quel fenomeno per cui due (o più) persone fanno lo stesso sogno nello stesso momento, come se avessero condiviso il medesimo sogno, o come se il medesimo sogno si fosse mostrato ad entrambi contemporaneamente. 

sogni sincronici e condivisi; due persone condividono lo stesso sogno, sognano la stessa cosa contemporaneamente
Sognare la stessa cosa, condividere lo stesso sogno con un’altra persona è possibile, anche se raro…. Questo è il sorprendente fenomeno dei sogni sincronici o condivisi; possono essere spontanei, o anche volontari: alcuni sognatori lucidi esperti infatti riescono a ‘darsi appuntamento’ in sogno e non solo sognare le stesse cose, ma anche incontrarsi e interagire nel sogno.

Puoi trovarli menzionati anche come ‘sogni paralleli’ o ‘rêves partagés’ (in francese), o ‘shared dreams’ (in inglese).
In italiano è più comune chiamarli ‘sogni sincronici’ o ‘sogni condivisi’, ma puoi trovarli denominati anche come ‘sogni paralleli’, ‘simultanei’, ‘reciproci’, ‘telepatici’, ‘concomitanti’…; in effetti una denominazione univoca e precisa per questi sogni non c’è neanche nelle altre lingue, perché è il fenomeno in sé a non essere ancora ben definito. Il concetto è comunque quello di fare lo stesso sogno di un’altra persona, di condividere lo stesso sogno (qui puoi trovare degli esempi).

Magari anche a te è successo qualcosa del genere (se vuoi raccontarmelo, i commenti ti aspettano in fondo all’articolo!), e cerchi informazioni a riguardo. 

Se invece non ti è mai accaduto, forse sei un po’ scettico e sospetti siano esperienze frutto di  suggestione o casualità, successivamente un po’ gonfiate dalla fantasia e dal desiderio di confezionare una bella storia.  In certi casi potrebbe effettivamente essere così, tuttavia ci sono anche resoconti che paiono affidabili e degni di essere presi sul serio.

Come forse già saprai girando su internet, o magari anche chiedendo alle tue cerchie di amici, puoi facilmente trovare chi giura che è vero, che a lui è effettivamente accaduto di raccontare un sogno ad un familiare, amico o parente, e scoprire con stupore che l’interlocutore aveva fatto anche lui lo stesso sogno.
Alcuni hanno vissuto queste esperienze più volte nella vita, altri una volta sola, ma non l’hanno mai dimenticato e non sono mai riusciti a spiegarselo. 

Qualche esempio tipico di sogno condiviso: 

  • Un defunto appare contemporaneamente nei sogni dei suoi parenti per comunicare la sua morte, per dare un ultimo saluto, o per dare consigli utili.
  • La fidanzata chiama aiuto nel sogno, perché deve affrontare un pericolo; il fidanzato la sente e corre in suo aiuto, condividendo con lei lo sviluppo del sogno.
  • Due amici si trovano a passare la notte insieme in un luogo nuovo e in quella circostanza fanno lo stesso sogno in cui possono comparire riferimenti a persone che hanno abitato o sono state in quel luogo in precedenza.
  • Due persone si incontrano e scatta un amore a prima vista perché prima di incontrarsi personalmente si sono viste in una serie di sogni in cui hanno vissuto una storia d’amore.
  • Membri di una stessa famiglia fanno sogni simili relativi a particolari degli antenati di quella famiglia. Possono passare inosservati per anni, finché qualcuno casualmente non accenna a questi sogni.

Tipi di esperienze con i sogni sincronici e condivisi

I sogni condivisi possono fondamentalmente essere classificabili in spontanei o concordati, ordinari o lucidi. Ma a ben vedere ci possono essere vari livelli di somiglianza, condivisione, reciprocità; ad esempio:

  • Stesso tema e/o stessa ambientazione e/o stessi sentimenti: ad esempio, due persone sognano entrambe lo stesso, edificio, persona, tema onirico; possono anche condividere gli stessi sentimenti di ansia, frustrazione, paura, gioia, ecc.
  • Sogni uguali, stesso luogo e circostanza, ma senza incontrarsi: due persone fanno lo stesso sogno, si trovano nello stesso luogo, vedono e sentono le stesse cose; al risveglio riportano descrizioni assai simili di quanto hanno sognato, con tutti i particolari che combaciano, o con minime differenze. Pur facendo le stesse cose nello stesso momento, ognuno vive il sogno ‘come unico protagonista’, non incontra l’altro, non lo vede.
  • Sogni condivisi con riconoscimento reciproco: i sognatori si vedono e interagiscono mutualmente nel sogno; a volte si riconoscono subito l’un l’altro, mentre a volte si riconoscono quando si raccontano il sogno (‘Ah, ma allora eri tu la persona che mi ha offerto aiuto…’); il riconoscimento può avvenire anche dopo molto tempo, perché le persone si sognano reciprocamente ancora prima di conoscersi nella realtà, e a volte la conoscenza prende avvio proprio perché si ‘riconoscono’ dai sogni.
  • Sogno lucido condiviso: due sognatori lucidi esperti possono riuscire ad incontrarsi volontariamente in un sogno lucido condiviso; durante la veglia si mettono d’accordo sul luogo in cui incontrarsi in sogno, come fosse un appuntamento; una volta addormentati e raggiunto lo stato di lucidità, si recano in sogno in quel luogo e si incontrano.
  • Sogno premonitore condiviso: i sognatori fanno il medesimo sogno premonitore; collegano il fatto al sogno solo dopo che il fatto si è verificato (di solito a distanza di pochi giorni dal sogno), e proprio allora scoprono di aver fatto il medesimo sogno premonitore.
  • Allucinazioni condivise con una o più persone: alcune persone le hanno sperimentate assumendo droghe o sostanze psicotrope insieme ad amici. Si possono verificare visioni e allucinazioni condivise anche durante sedute di meditazione di gruppo.

Cosa significa fare lo stesso sogno di un’altra persona?
Quando due persone fanno un sogno simile, o perfino uguale, probabilmente ciò avviene perché tra loro c’è una grande unione, sintonia, empatia; i sogni condivisi capitano con più frequenza a persone legate da uno stretta relazione familiare, di amicizia o d’amore: sono riportati molti casi tra fratelli, e più ancora tra i gemelli, che fin da piccoli vivono l’esperienza di ‘completarsi i sogni’ a vicenda; a volte il solo fatto di dormire vicini (nello stesso letto, a stretto contatto) sembra favorire il prodursi dello stesso sogno tra due persone, qualsiasi sia il loro legame. Sono decisamente molto più rari i casi in cui due persone pressoché estranee hanno fatto lo stesso sogno, o si sono sognate reciprocamente; tuttavia a volte è successo.

Cosa significa quando due persone si sognano a vicenda la stessa notte?
Ciò avviene spesso tra marito e moglie, fidanzati, amici, sempre per il motivo che tra loro c’è grande sintonia. A volte però, nel caso di sognatori lucidi esperti, potrebbero essersi anche messi d’accordo apposta.

Studi ed esperimenti scientifici sui sogni sincronici e condivisi

Nella moderna cultura occidentale esperienze di sogni condivisi sono rintracciabili da fine ‘800 e inizio ‘900 nell’ambito dell’occultismo, dello spiritismo e del paranormale; ne parla, ad esempio, lo scrittore e occultista Oliver Fox

Con l’affermarsi della psicanalisi, ben presto gli psicanalisti (tra cui anche lo stesso Freud) hanno iniziato a notare “strani fenomeni” con i sogni: ovvero che i sogni dei loro pazienti sembravano talvolta molto simili a quelli dello stesso terapeuta, o sembravano ricalcare temi e problemi più del terapeuta che del paziente. Inoltre, con la diffusione della psicoterapia di gruppo, il terapeuta notava sempre più frequentemente che in ogni gruppo ad un certo punto i sogni dei partecipanti tendevano a convergere su temi simili, e in certi casi capitava che alcune persone facessero dei sogni molto simili o quasi identici.
Questo ha portato alcuni terapisti ad ipotizzare che il sogno sia un fenomeno meno ‘personale’ di quanto siamo abituati a pensare di solito, che abbia anche una dimensione sociale e collettiva, che possa parlare non solo all’individuo, ma ad interi gruppi e masse di persone.

Quando la scienza ha avuto le possibilità tecniche per farlo, ha iniziato ad indagare sui sogni sincronici e condivisi, per comprendere meglio se è veramente possibile che due persone facciano lo stesso sogno.
I primi esperimenti sono stati condotti nell’ambito più generico della telepatia onirica: a partire dagli anni ‘60 lo psichiatra Montague Ullman e il suo assistente Stanley Krippner fecero dei test presso il Maimonides Medical Center di Brooklin, durante i quali emersero anche casi di sogni sincronici; tuttavia i risultati di questi esperimenti non sono stati replicati successivamente, e quindi attualmente non sono ritenuti validi dalla comunità scientifica. 

Linda Lane Magallon ha svolto degli studi specifici sui sogni condivisi riassunti nel libro Mutual dreaming (1997), dove esprime l’idea che il fenomeno di condividere lo stesso sogno con una o più persone, a volte contemporaneamente, è molto più comune di quanto si possa pensare, e ciò potrebbe essere dovuto al fatto che l’inconscio connette gli esseri umani tra loro in modo universale. Afferma che è possibile riconoscere e comprendere le molte forme diverse che possono assumere i sogni reciproci, dai sogni erotici agli incubi terrificanti; oltre a fornire molte informazioni su questo tipo di sogni, spiega anche come fare per riuscire a condividere i propri sogni con una o più persone.

Ecco uno studio del 1994 che prende in esame per un periodo di tempo i sogni di un uomo e una donna che sostengono di fare spesso sogni condivisi:

I rapporti trascritti sono stati valutati alla cieca da 12 analisti universitari addestrati utilizzando l’analisi quantitativa del contenuto dei sogni. La coppia aveva identificato 13 coppie di sogni (17% del campione) come condivisi. Il punteggio percentuale medio di sovrapposizione del contenuto di queste 13 coppie (39,15%) era significativamente maggiore di quello di 80 coppie di sogni non condivisi abbinati casualmente (5,23%). I punteggi di sovrapposizione dei contenuti di ciascun analista erano significativamente correlati con quelli del soggetto maschio non cieco. La probabilità media che la sovrapposizione osservata nei sogni presumibilmente condivisi fosse causata dal caso è stata calcolata in 1 su 5 miliardi. I sogni condivisi sembravano verificarsi in un ciclo temporale distinto di 30-35 giorni. La sovrapposizione di contenuti tra i sogni condivisi era maggiore in 3 delle 7 categorie: oggetti, temi ed effetti.

Davis, W. J., & Frank, M. (1994). Dream sharing: A case study. The Journal of Psychology: Interdisciplinary and Applied, 128(2), 133–147

Recentemente c’è stato uno studio rilevante condotto dal neuroscienziato Patrick McNamara, in cui si mette in rilievo l’importanza che i sogni condivisi hanno nelle relazioni; se due persone emotivamente legate si trovano, per vari motivi, ad essere separate l’una dall’altra, possono più frequentemente riferire di aver avuto dei sogni condivisi:


“ I temi più frequenti riguardavano i rapporti familiari e di amicizia. I sogni reciproci tendono a verificarsi in strette relazioni diadiche, sono molto simili nel contenuto e si verificano quando i sognatori imparentati sono separati e non si sentono molto intimi. “Notare” o costruire sogni reciproci può quindi essere correlato a un bisogno di vicinanza emotiva o di attaccamento nelle relazioni. “

McNamara, P., Dietrich-Egensteiner, L., & Teed, B. (2017). Mutual dreaming. Dreaming, 27(2), 87–101, 

I sogni condivisi, e specialmente i sogni lucidi condivisi, potrebbero essere una bella opportunità per la ricerca scientifica sui sogni, perché possono offrire un terreno adatto all’osservazione sperimentale: infatti i sogni condivisi hanno la particolarità che possono servire da prova che il sogno era ‘vero’, perché si possono chiamare dei ‘testimoni’. Mentre i sogni normali sono privati, e quindi non possiamo dimostrare di aver fatto realmente un certo sogno, nei sogni condivisi possiamo avere la controparte che conferma esattamente luogo, azione e persone del sogno. 

Tuttavia sono ancora pochi gli studi sui sogni condivisi condotti con rigorosi criteri scientifici; ciò è dovuto al fatto che si tratta di un fenomeno di per sé raro, e quindi è difficile raccogliere e monitorare i dati. Forse in futuro potrebbero svelarci molte cose; tuttavia è probabile che dovremo aspettare ancora un po ‘. Infatti lo stesso McNamara, nel suo sito, conclude il suo articolo dedicato ai sogni condivisi osservando che: 

“Insomma, non abbiamo buone spiegazioni per i sogni condivisi. Forse è per questo che la scienza non ha ancora indagato su questi eventi. La scienza non ha spazio per inserirli nella sua attuale visione del mondo, ma questa è una ragione in più per indagarli. I fenomeni che sfidano il paradigma sono i dati più importanti per la scienza perché impongono cambiamenti rivoluzionari.”
{https://www.psychologytoday.com/us/blog/dream-catcher/201606/can-two-people-have-the-same-dream }

Perché due persone sognano la stessa cosa?

La psicologia ha cercato di proporre varie spiegazioni a questo problema. Intanto classifica i sogni sincronici come ‘esperienze anomale’ ovvero esperienze che rientrano nell’ambito del ‘paranormale’. Al contrario della parapsicologia, tenta però di darne una spiegazione ‘naturale‘, almeno fin dove possibile:

  • Due sogni potrebbero essere simili solamente per una pura casualità.
  • Può essere che, in mancanza di riscontri obiettivi, i resoconti verbali dei sogni siano un po’ alterati da falsi ricordi o da suggestione.
  • Se le due persone hanno uno stretto legame e molte esperienze comuni, è lecito aspettarsi che alcuni elementi della vita e alcuni ricordi si presentino nei sogni di entrambi, specialmente se si condividono obiettivi, desideri, paure, aspettative.
  • Ciò che si fa nelle ore precedenti il sonno può influenzare molto i sogni e le ipnagogie; perciò è facile che chi compie le medesime azioni abbia sogni simili.
  • Se parli nel sonno, potresti influenzare i sogni di chi dorme vicino a te.

Possono essere spiegazioni convincenti per sogni non troppo complessi; ma non tutti i casi possono essere spiegati così semplicemente: a volte le ‘coincidenze’ sono davvero troppo precise e puntuali.

Teorie della sincronicità, dell’inconscio collettivo e transpersonale

La sincronicità spiega gli eventi che accadono in uno stesso momento non a partire da una causa, ma dal senso, dal significato che essi acquisiscono per le persone. L’inconscio può dar luogo allo stesso sogno in due persone diverse perché, come già spiegava Jung, non è una realtà solo individuale, ma anche collettiva, transpersonale, e collega tutti gli esseri viventi al di là dello spazio e del tempo.

Quindi il fatto che due persone sognino la stessa cosa può essere un mezzo eccezionale tramite cui l’inconscio cerca di comunicare un messaggio importante:

  • Portare alla luce dei sentimenti, dei bisogni latenti, dei problemi che altrimenti rischiano di passare inosservati, ma che è importante riconoscere. Persone che hanno un forte legame riflettono sulle medesime questioni, sono coinvolte l’una dai problemi dell’altra e possono talvolta anche sognare ‘per’ l’altro, per cercare di capirlo, di risolvere un suo problema (ciò può avvenire anche tra terapeuta e paziente, ad esempio). L’inconscio di un individuo capisce immediatamente il linguaggio che parla l’inconscio di qualunque altro individuo; la comunicazione è resa possibile dall’amore, dal legame emotivo che si crea tra le persone.
  • Far riflettere sull’esperienza stessa, specialmente se è stata emotivamente intensa; magari vuole spingere le persone ad essere più consapevoli di certi aspetti della vita psichica e spirituale.
  • Generare riflessioni su specifici temi come se nell’inconscio si manifestasse un disegno collettivo che coinvolge un’intera comunità o gruppo di persone.

Se una persona è lontana, o la conosciamo poco, il sogno sincronico può aiutarci a riattivare o rinforzare un legame con lei, e solitamente ciò migliora la condizione di entrambi.

Se facciamo sogni sincronici con qualcuno che non conosciamo,  forse il destino ha voluto farci entrare in contatto con quella persona, creare un legame con lei. C’è anche chi spiega questa eccezionale circostanza ipotizzando che quelle due persone fossero già legate in una vita precedente, e che nel loro inconscio si riattivi quel legame al fine di ristabilirlo.

È possibile spiegare i sogni sincronici e condivisi come se fossero OBE? Esiste un ‘luogo del sogno’ in cui ci possiamo incontrare, volontariamente o no?

Questa è una spiegazione che emerge a livello ‘empirico’ proprio tra le persone che sono abituate a riflettere sui sogni e che hanno familiarità con i sogni lucidi e le OBE (Out of Body Experiece) o viaggi astrali. Scientificamente non è dimostrabile, ma in accordo con la concezione sciamanica del sogno come ‘viaggio in un altro mondo’, è possibile andare ad incontrare in quel ‘luogo del sogno’ altre persone volontariamente; o anche incontrarle per caso. Non ci sarebbe niente di strano, quindi, nel sognarsi reciprocamente, o nel sognare le stesse cose; significa semplicemente essersi ritrovati nello stesso ‘luogo del sogno’. Questo può accadere a chi sta avendo una OBE, sia a chi sta facendo un normale sogno, di cui magari nemmeno si ricorderà la mattina dopo.
A livello intuitivo è una teoria che funziona e che ha indubbiamente un grande fascino. Restano aperte molte domande: c’è un unico ‘luogo del sogno’, o ce ne sono molti? Come sono organizzati? Chi può incontrare chi?

I sogni condivisi da un punto di vista culturale

Sogni sincronici, condivisi, reciproci, ecc sono un insieme di fenomeni che per la nostra cultura occidentale rappresentano un’eventualità rara, insolita, fuori dalla nostra comune esperienza. A noi sembrano impossibili perché noi siamo abituati a pensare ai nostri sogni come a qualcosa di unico, personale, soggettivo, e quindi riteniamo non possa ripetersi uguale in altre persone. 

Ma in altre culture i sogni sincronici, condivisi e collettivi sono qualcosa di più familiare.

Quando ho parlato dei sogni nell’antica Grecia, ho menzionato il sogno collettivo dei magistrati di Sibari.
Per la concezione degli antichi, il sogno era un messaggio proveniente da un divinità, e quindi non era strano che potesse ‘arrivare’ a due o più persone contemporaneamente; anzi, se molte persone facevano lo stesso sogno, il sogno e i presagi che se ne potevano trarre venivano presi molto più seriamente
In antichità e nelle culture cosiddette primitive è diffusa la concezione del sogno come ‘viaggio verso altri mondi’; lo sciamano ci arriva varcando certe soglie, e lì può incontrare lo spirito di altre persone, dei defunti, può ricevere insegnamenti da altri sciamani, ecc.

In antichità a volte certe pratiche di oniromanzia e prevedevano che l’oniromante sognasse lo stesso sogno del sognatore, sdraiandosi vicino a lui , allo scopo di ‘intercettare i suoi sogni’, in modo da poterli vedere e interpretare più accuratamente (vedi il mio articolo sui sogni presso le antiche civiltà della Mesopotamia, paragrafo sull’Interrogante ) 

Anche nella cultura indiana c’è familiarità con i sogni sincronici e condivisi: se ne trova traccia in vari racconti mitologici e fiabe tradizionali.

In ambito artistico, va sicuramente ricordato il romanzo Peter Ibbetson di George du Maurier (1891), da cui poi fu anche tratto un film dal medesimo titolo nel 1935; la trama è proprio incentrata sulle possibilità che offre il sogno condiviso: si tratta di una storia romantica in cui due innamorati, non potendo vivere la loro storia d’amore nella realtà, si incontrano regolarmente nei sogni.

Nel 1898 Ruyard Kipling scrive The Brushwood Boy, un racconto in cui il protagonista, nel corso della sua adolescenza, fa tutta una serie di sogni  in cui vede una ragazza sconosciuta; quando poi la incontra realmente, scopre che anche lei ha sognato lui per tutto quel tempo.

A partire dagli anni ‘60 l’esperienza del sogno condiviso come stato particolare del sognare diventa popolare grazie al libro L’Arte di Sognare di Carlos Castaneda.

In anni recenti ci sono stati film di fantascienza che hanno reso familiare l’idea di ‘sogno condiviso’ e hanno esplorato le possibilità di entrare nei sogni altrui; uno di questi è Dreamscape (1984); poi c’è stato il grande successo di Inception (2010): i protagonisti, tramite la tecnica dei sogni lucidi condivisi, arrivano a costruire tutto un mondo parallelo nei loro sogni, in cui passano molto tempo e interagiscono tra loro.

L’idea che qualcuno riesca ad entrare nei sogni degli altri ha contribuito in anni recenti anche ad alimentare varie teorie del complotto, secondo cui il governo attuerebbe questi sistemi per controllare le menti dei cittadini.

Un altro film recente che fa riferimento ai sogni sincronici è Corpo e anima (2017) di  Ildikó Enyedi, in cui due colleghi scoprono, tramite colloqui con una psicologa chiamata dall’azienda in cui lavorano, di fare gli stessi sogni in cui vedono un’immagine molto poetica: una coppia di cervi in un paesaggio innevato… Queste due persone introverse e dal vissuto non facile iniziano quindi ad avvicinarsi l’un l’altra, fino ad innamorarsi.


Come scoprire se anche tu hai fatto o stai facendo sogni sincronici o condivisi con qualcun altro?

Oltre, ovviamente, a raccontare i tuoi sogni a qualcuno, tu e l’altra/le altre persone interessate dovreste tutti tenere un diario dei sogni, dove ognuno annota i suoi sogni e periodicamente vi confrontate per cercare dei particolari simili; infatti solo annotando per iscritto i vostri sogni e confrontandovi regolarmente potete avviare un confronto più obiettivo; se invece vi limitate al racconto orale, vi rimarrà sempre il dubbio di esservi lasciati condizionare da suggestioni e falsi ricordi.
Un altro ottimo sistema per scoprire possibili somiglianze e analogie oniriche è partecipare ad un gruppo in cui si raccontano i propri sogni, con un ‘arbitro’ che riceve e registra i sogni di tutti e può facilmente scoprire i sogni simili.

Raccontami le tue esperienze!

Tu hai mai raccontato un tuo sogno a un familiare, amico, collega? E ti è mai capitato che lui/lei ti dicesse di aver sognato, proprio quella notte, la stessa cosa che avevi sognato tu?
Scrivimi cosa è successo nei commenti qui in fondo all’articolo.

altri SITI e LIBRI sui sogni condivisi:

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